Truffe agli anziani, arrestata una coppia: si spacciavano per la figlia malata

Due presunti truffatori, che prendevano di mira donne anziane e sole per sottrarre loro contanti e ori, sono stati arrestati giovedì 2 ottobre dai militari del Nucleo Investigativo Carabinieri di Pordenone, con il supporto dei colleghi della Compagnia di Portogruaro. I due, B.S. e K.S., lei ventitreenne e lui trentenne, domiciliati nel portogruarese e già noti alle forze dell’ordine per reati simili, sono stati fermati mentre rincasavano dopo aver messo a segno una truffa ai danni di una novantacinquenne di Treviso, a cui erano riusciti a sottrarre ben diecimila euro.

La truffa della finta malattia.

L’inganno utilizzato è quello della falsa malattia: “Mamma, sono tua figlia, sono in ospedale, mi hanno diagnosticato una malattia gravissima, l’unica cura è un costoso farmaco svizzero, ma servono molti soldi. Ti prego, aiutami!” Queste le parole gridate teatralmente al telefono alle vittime, accompagnate da pianti e appelli disperati.

Alcune volte le vittime si sono accorte dell’inganno e non sono cadute nel tranello, ma tante altre le anziane, confuse e prese alla sprovvista, hanno acconsentito alla richiesta di denaro. È quanto successo all’anziana di Treviso che, convinta di parlare con la figlia, ha accettato di aiutarla. Prontamente la “finta figlia” moribonda ha mandato a casa della vittima una sua “amica” a ritirare i soldi per le cure urgenti. Quell’amica altri non era che la stessa B.S., che un minuto prima si era finta la figlia malata, e che si è fatta consegnare 10.000 euro in contanti, ovvero tutti i risparmi dell’anziana.

I militari, però, stavano già seguendo B.S. e il suo compagno K.S., e sono riusciti a coglierli sul fatto, arrestandoli in flagranza di reato e restituendo tutti i soldi alla vittima. Nell’auto su cui viaggiava la coppia, i Carabinieri hanno trovato anche vari in monili in oro, probabile provento di altre truffe messe a segno. Il ragazzo, che era alla guida, al momento del fermo ad opera dei Carabinieri ha addirittura provato ad ingoiare una catenina in oro.

Le indagini partite da una truffa a San Vito al Tagliamento.

Le indagini sulla coppia sono partite da un’altra truffa, avvenuta il 26 agosto scorso a San Vito al Tagliamento: in quel caso, la vittima, una signora di circa ottant’anni, aveva consegnato diecimila euro dopo essere stata raggirata con la stessa scusa.

Alla coppia viene al momento contestata anche una tentata truffa, perpetrata sempre il 2 ottobre, poco prima di quella di Treviso, a Pravisdomini. Il tentativo, avvenuto con le stesse modalità, non aveva sortito effetto perché la signora ultra ottantenne quando ha ricevuto la telefonata dei truffatori, aveva intuito il raggiro e interrotto la comunicazione.

Quest’operazione – che ha ricevuto il plauso del Procuratore della Repubblica – conferma il quotidiano e incessante impegno dell’Arma dei Carabinieri nel contrasto a reati odiosi come le truffe agli anziani, fenomeno che continua a destare preoccupazione nel territorio.