Udine, chiuso il Giubileo 2025: l’omelia dell’arcivescovo Lamba

La Cattedrale di Udine ha ospitato domenica 28 dicembre 2025 la solenne Messa di chiusura del Giubileo 2025 “Pellegrini di Speranza”, presieduta dall’arcivescovo mons. Riccardo Lamba. La celebrazione, coincisa con la festa della Santa Famiglia di Gesù, Giuseppe e Maria, ha rappresentato il momento conclusivo di un anno intenso di pellegrinaggi, preghiera e vita comunitaria per la Chiesa udinese. Nell’omelia, l’arcivescovo ha intrecciato il cammino di Maria e Giuseppe con quello dei fedeli, indicando nella speranza – riposta in Dio e mai delusa – il filo conduttore dell’esperienza giubilare e il dono più prezioso da portare nel futuro.

Cari fratelli e care sorelle,

per Maria e Giuseppe non dev’essere stato facile farsi da tramite per la venuta nel mondo di Dio. I racconti evangelici mettono in evidenza, in modo discreto, il loro interrogarsi su questo evento. Sappiamo anche del loro turbamento. Dopo questi annunci, la loro vita e la loro esperienza di fede sono state stravolte: si sono ritrovati in un modello di famiglia completamente diverso dalle loro aspettative, con un figlio che è il compimento di una promessa di cui avevano sentito parlare nella loro formazione. Mai avrebbero immaginato che sarebbero stati coinvolti proprio loro.

Qual è il filo conduttore della nuova esperienza di Maria e Giuseppe? È proprio quel figlio che li ha decentrati da loro stessi per centrarli su di sé. Ha fatto “piazza pulita” dei loro progetti, per diventare progetto per loro. Da quel momento, la vita di Maria e Giuseppe è diventato un pellegrinaggio: si sono sentiti chiamati ad accompagnare quel loro figlio a una meta alta: compiere la volontà del Padre fino alla croce.

Quando il loro figlio entrò nel mistero della morte, così poi nella risurrezione e nella gloria, essi hanno sentito che la loro missione si era davvero compiuta: la speranza che per tanti anni hanno riposto solo in Dio, non è andata delusa! Dall’annunciazione alla risurrezione si era teso un arco: era tutto vero!

Cosa ha unito la loro vita in tutti quegli anni? La speranza! Hanno sempre sperato che ciò che avevano udito nei rispettivi annunci fosse vero.

Anche per noi, oggi, si conclude un “arco” iniziato un anno fa per volere di Papa Francesco: il Giubileo. Abbiamo vissuto insieme alcuni pellegrinaggi a Roma, come quelli degli adolescenti e dei giovani. Ci sono stati tanti pellegrinaggi nei nostri santuari, molti momenti di preghiera in luoghi come ospedali e carceri… il filo conduttore di tutto l’anno è stato la speranza che solo Gesù è la nostra salvezza.

Qual è il tesoro che raccogliamo al termine di questo anno? Penso che ognuno abbia fatto l’esperienza di un amore rinnovato, personalmente e singolarmente, da parte di Dio. Ci siamo accostati al Sacramento della Riconciliazione, quando abbiamo pregato nelle nostre comunità, quando abbiamo ascoltato la sua Parola di vita o abbiamo condiviso un’esperienza “di Chiesa” – siamo andati a Roma! –: tutto questo ci invita a continuare il cammino con fiducia e con la consapevolezza – come Maria e Giuseppe – che una speranza riposta in Dio non andrà mai delusa. Tutto quanto c’è di vero e di buono ci aiuterà ad attenere la venuta del nostro Salvatore, davanti al quale tutto il resto «è come pula che il vento disperde» (Sal 1,4).

Rinnoviamo, con fiducia, la nostra speranza in Lui!