I Casoni della Laguna, una tradizione friulana che perdura negli anni

Tra Grado e Lignano, sono sparpagliate le case dei pescatori con il tetto di paglia che occupano le minuscole isolette disposte tra canali, paludi e banchi di sabbia, le cui acque costituivano la maggior fonte di sostentamento della popolazione.

I casoni di oggi.

Ogni pescatore possedeva in laguna un casone che gli serviva come base d’appoggio durante il lavoro settimanale e di riparo nel caso di maltempo. Oggigiorno, i pochi casoni superstiti, testimoni di tempi pescherecci non molto remoti, ospitano frettolosi turisti nei fine settimana e sono attrezzati di ogni comfort come gli appartamenti cittadini. Solo raramente il casone è mantenuto integro nella sua originalità abitativa con il pavimento in terra battuta.

Quelli di un tempo.

I pescatori rimanevano in laguna lunghi periodi, tornando al paese in rare occasioni. Il pescato veniva giornalmente pesato con le stadere e venduto ai battellanti, i commercianti di Marano che provvedevano alla raccolta passando da casone in casone, con le piccole batele, le barche a remi o a vela dal fondo piatto.

I battellanti rifornivano del necessario quotidiano le famiglie dei pescatori: erano il tramite e il solo contatto con la società, portavano le novità del luogo, le notizie dal mondo, la posta.

Di cosa sono fatti i casoni originali.

I casoni hanno forma rettangolare, costituiti da un unico vano, con i lati minori leggermente curvati, con la struttura portante di legno, ricoperti dal tetto formato da uno spesso strato di canne palustri raccolte tra giugno e ottobre.

Al centro è posto il focolare il cui fumo usciva attraverso il tetto di paglia. L’arredo era costituito dall’essenziale: tavolo con panche o sedie, alcune dispense-armadi, un angolo era riservato al posto letto. La porta in legno era posta ad Ovest per evitare i forti venti di bora. Ai lati del casone, erano disposte due finestre. Accanto al casone si trovava l’orto per le verdure.