Il killer dagli occhi di ghiaccio, la grapich novel sulle Valli del Natisone

L’assassino fu arrestato a San Pietro al Natisone 40 anni fa.

Esattamente 40 anni fa, in una notte di aprile del 1981, all’età di 19 anni, Roberto, la cui famiglia era originaria delle Valli del Natisone, commette il suo primo omicidio. Ne seguiranno altri, oltre a una lunga serie di stupri, aggressioni, furti e rapine compiuti in Francia e in Svizzera. Ed è proprio all’uscita di una pizzeria a San Pietro al Natisone che il ragazzo (passato alla storia come l’assassino della luna piena, il killer dagli occhi di ghiaccio, e non solo) viene fermato e arrestato, per la prima volta.

Proprio oggi, 12 aprile, esce “Buio 1981 – Una graphic novel raccontata nell’oscurità”, una produzione Servi di Scena + MateâriuM. Sessantotto pagine a colori che ripercorrono le atmosfere di un’epoca contraddistinta da sfarzo e decadenza, luci e ombre. Acquistabile online sul sito www.matearium.it, e nelle librerie W. Meister di San Daniele e Kobo Shop di Udine.

All’interno della graphic novel i testi e le illustrazioni ripercorrono le tappe che hanno trasformato la vita di un adolescente in uno degli incubi che hanno ossessionato il nordest durante i primi anni ‘80. Pagina dopo pagina Roberto diviene il simbolo di una forza oscura e incontrollata che popola la notte con la sua presenza inquietante. Il progetto editoriale è accompagnato anche da una serie di proposte musicali, tutte rigorosamente del 1981, che aiutano il lettore a immergersi nelle atmosfere del tempo.

“L’idea – ha spiegato lo sceneggiatore, Alessandro Di Pauli – è nata durante l’allestimento dello spettacolo teatrale “Buio 1981″, tanto che la narrazione della graphic novel finisce esattamente nel punto in cui inizia la rappresentazione”.

Il progetto è senza dubbio “figlio” dell’emergenza pandemica, come lo stesso Di Pauli ha dichiarato. “Se non ci fosse stato il lockdown – racconta –, questa graphic novel probabilmente non sarebbe mai esistita”. Tutto è infatti nato dal foglio di sala per lo spettacolo in lavorazione. Poi ogni cosa si è fermata. Così, quelle quattro facciate, si sono “trasformate in qualcosa di diverso e imprevisto”.