Pasqua, l’appello dei sindacati: “Stop alle aperture festive, rispettiamo i lavoratori”

L’appello unitario dei segretari regionali dei sindacati per dire di no al lavoro festivo.

Si approssimano le festività pasquali e con esse anche il grido dei sindacati per dire basta alle aperture festive dei negozi e dei centri commerciali. “Quest’anno, in rapida successione, cadono tre festività religiose e civili – sostengono i segretari di CIGL, CISL E UIL -, e suona di nuovo il ritornello delle aperture festive, come se le lavoratrici ed i lavoratori esistessero solamente in questi periodi”. E questo nonostante tutte le campagne nazionali e regionali affinché si apporti una fatidica modifica alla Legge Monti che ha liberalizzato le aperture domenicali nel commercio, norma contro cui i sindacati si sono sempre battuti.

Nessun obbligo a lavorare durante le festività.

“Ci rivolgiamo direttamente alle lavoratrici ed ai lavoratori – aggiungono i segretari – affinché neghino espressamente la disponibilità a lavorare nelle festività infrasettimanali, possibilità concessagli sia dai contratti nazionali (Confcommercio, Confesercenti e Federdistribuzione), che infatti prevedono il pagamento della normale retribuzione in caso di mancata prestazione lavorativa in giornata festiva, sia da numerose e recenti sentenze sul territorio nazionale, che sanciscono il carattere non obbligatorio della prestazione lavorativa nelle giornate festive infrasettimanali”.

I sindacati risultano essere comunque consapevole della debolezza che si vive quotidianamente nei punti di vendita, soprattutto per quelli non organizzati sindacalmente, dove la paura di ritorsioni di fatto impedisce ai dipendenti di esercitare i propri diritti. “Crediamo però che sia giunto il momento di spezzare questo cortocircuito”.

L’appello dei sindacati a dire di no al lavoro festivo

“Le lavoratrici e i lavoratori del commercio – concludono i sindacati – devono rivendicare con orgoglio il loro senso di appartenenza, sottraendosi al ricatto di aziende e multinazionali che vorrebbero estrema flessibilità disorganizzata e non valorizzata, ricorso massiccio e strutturale al part time, lavoro domenicale e festivo in ordinario. Facciano sentire con forza la propria voce per far rispettare un diritto, quello di poter dire no al lavoro festivo“.