Nato a Trieste, Andrea de Adamich è morto a 84 anni.
È morto a 84 anni Andrea de Adamich, ex pilota di Formula 1 e indimenticabile voce televisiva del motorsport italiano. Si è spento nella notte a Varano de’ Melegari, in provincia di Parma, dove aveva scelto di vivere e lavorare, un luogo che era diventato la sua seconda casa e dove, dal 1991, aveva fondato il centro di guida sicura sulla pista intitolata a Riccardo Paletti. Un progetto che aveva condiviso con il figlio Gordon, nato nel 1973, e che era diventato un punto di riferimento per generazioni di piloti e appassionati.
Da Trieste alla Formula 1
Nato a Trieste il 3 ottobre 1941, de Adamich aveva vissuto l’automobilismo come pochi: da protagonista, da interprete e poi da narratore. La sua carriera iniziò presto, nel 1963, e in pochi anni divenne uno dei volti più noti del motorismo italiano. Campione italiano di Formula 3 nel 1965, approdò subito all’Alfa Romeo, con cui scrisse alcune delle pagine più belle della storia del marchio: due titoli europei Turismo nel 1966 e 1967 con la mitica Giulia GTA, una stagione leggendaria che ne consacrò il talento.
Fu poi la Ferrari a chiamarlo. Corse in Formula 1 tra il 1968 e il 1973 con diverse scuderie — Ferrari, McLaren, March, Surtees e Brabham — partecipando a 36 Gran Premi. Non vinse mai una gara iridata, ma rimase nel cuore dei tifosi per il suo stile elegante, per la determinazione e per la sfortuna che spesso lo accompagnò. Il suo ultimo atto nel Mondiale arrivò a Silverstone, nel 1973, in un incidente spaventoso innescato da Jody Scheckter: dieci vetture coinvolte, lui bloccato tra le lamiere per 52 interminabili minuti, con entrambe le gambe fratturate.
Più fortunata fu la sua esperienza con le vetture Sport dell’Alfa Romeo, dove raccolse successi prestigiosi: la 200 Miglia di Buenos Aires nel 1970, la 100 Km di Brands Hatch e la 6 Ore di Watkins Glen nel 1971. Compagni di squadra e di vita sportiva furono nomi mitici — Nino Vaccarella, Piers Courage, Nanni Galli, Henry Pescarolo, Rolf Stommelen — in un’epoca romantica e irripetibile, quando i “mostri” a ruote coperte erano vere alternative ai Gran Premi.
La voce delle telecronache della Formula 1.
Terminata la carriera da pilota, de Adamich seppe reinventarsi con la stessa eleganza con cui guidava. Entrò nel mondo della televisione diventando uno dei volti più amati del giornalismo sportivo. Dal 1982 fu il conduttore e poi la voce di Grand Prix, la storica trasmissione di Mediaset dedicata ai motori, affiancato da Guido Schittone. Le sue telecronache erano rigorose, tecniche e appassionate, lo resero un punto di riferimento per gli spettatori e per gli stessi piloti.




