Crescono gli sfratti in Friuli Venezia Giulia: il dato più preoccupante a Gorizia.
Cresce il numero degli sfratti Friuli Venezia Giulia: secondo i dati resi noti nei giorni scorsi dal Ministero degli Interni. Nel 2024 ne sono stati emessi 683, con un aumento più marcato (+3,5%) rispetto all’andamento nazionale e un’incidenza analoga (72%) per morosità, 492. Quanto alle richieste di esecuzione sono state 1.113, anch’esse in aumento (+5,6%) rispetto all’anno precedente. L’unico dato in flessione è quello degli sfratti effettivamente eseguiti, che nel 2024 sono stati 312, il 13,6% in meno rispetto al 2023.
A livello nazionale sono stati infatti emessi oltre 40mila sfratti, di cui 30mila per morosità, con un incremento del 2% sul 2023, e presentate 81mila richieste di esecuzione, che crescono in doppia cifra (+10) su base annua.
A lanciare l’allarme è il Sunia-Cgil Fvg, che denuncia l’inerzia del Governo e chiede interventi urgenti e strutturali per difendere il diritto alla casa. “La lotta al disagio abitativo è una delle grandi priorità per il Paese e per la nostra regione”, dichiara Renato Kneipp, segretario regionale del Sunia, commentando i dati che fotografano un 2024 segnato da un’ulteriore impennata delle emergenze abitative.
I dati delle province.
Scendendo nel dettaglio provinciale il territorio di Gorizia è quello dove si registrano i dati più preoccupanti, con il + 58,5% di provvedimenti di sfratto, il + 34,1% di richieste di esecuzione e il + 25% di sfratti eseguiti. Segue Trieste, dove si registrano aumenti del 3,2% dei provvedimenti e del 30,5% delle richieste esecutive, mentre calano quasi del 16% le esecuzioni.
Dati tutti in flessione invece sia a Udine che a Pordenone, dove calano gli sfratti (-3,5% a Udine, -0,7% a Pordenone), le richieste di esecuzione (rispettivamente -17,6% e -12,3%) e i provvedimenti eseguiti (-13% e -21,2%).
“Servono interventi immediati”.

“I numeri nazionali e regionali – dichiara Kneipp – confermano come siano indispensabili interventi immediati che affrontino subito le situazioni più drammatiche e una strategia complessiva per garantire il diritto alla casa, con un forte rilancio del ruolo e degli investimenti pubblici”. Una priorità ignorata dalle politiche del Governo Meloni, sostiene il segretario del Sunia: “L’esecutivo – spiega ancora Kneipp – si limita a propagandare piani casa di cui non vi è traccia, mentre nella realtà ha azzerato i fondi a sostegno dell’affitto, nonostante l’offerta di edilizia pubblica resti assolutamente insufficiente e con oltre un milione di famiglie in condizioni di povertà assoluta”.
Urgente, per il Sunia, rifinanziare con la prossima legge di bilancio, la Finanziaria 2026, i fondi per il sostegno agli affitti e per la morosità incolpevole, “strumenti indispensabili per sostenere anche nella nostra regione i nuclei famigliari più deboli e a rischio di sfratto“.
A fianco degli strumenti difensivi, prioritario “incrementare l’offerta di edilizia residenziale pubblica attraverso un programma pluriennale, anche attraverso la riqualificazione del patrimonio non utilizzato in processi rigenerativi in ambito urbano”. Terza leva da utilizzare quella fiscale, «rivedendo il regime legato alle locazioni per incentivare al massimo il canone concordato e favorire le locazioni di lunga durata, arrivando anche ad una norma nazionale che ponga un argine al fenomeno degli affitti brevi, a partire dalle città a forte vocazione turistica“.
Questi, conclude il Sunia, i pilastri sui quali costruire “una nuova politica dell’abitare, con solidi interventi pubblici in termini economici, fiscali e normativi, una seria lotta al sommerso e alla speculazione, una politica di rigenerazione urbana che garantisca sostenibilità sociale e ambientale per città più accoglienti, sostenibili e inclusive”.