I centri estivi del Friuli sono pronti a partire: sì anche quelli per la prima infanzia

Confermati i centri estivi dal 3 giugno.

E’ confermata l’apertura dei centri estivi anche per i bambini dagli 0 ai 3 anni. Con le nuove linee guida è eliminata l’obbligatorietà del tampone ed è definito anche il numero di educatori e bambini. Infatti, per la fascia 0-5 è previsto un educatore ogni 5, dai 6 ai 11 anni un educatore ogni 7, rapporto che sale a uno a 10 per i ragazzi dai 12 ai 17 anni.

“Il riavvio dei servizi educativi – spiega il vicegovernatore della Regione Riccardo Riccardi – rappresenta un passaggio fondamentale, Dal momento
che sono riprese molte delle attività, le famiglie devono poter contare su questi progetti”. Inoltre, i centri estivi danno la possibilità ai partecipanti di poter nuovamente socializzare con i propri coetanei.

Per l’assessore regionale all’Istruzione Alessia Rosolen, l’attivazione dei servizi per i bambini di fascia 0-3 porta ad un progetto innovativo e
sperimentale che non può prescindere da un’assunzione di responsabilità sinergica tra famiglie, enti gestori, Comuni e Regione. “Per tutti, il servizio potrà partire già dal 3 giugno previa approvazione da parte del Comune nel cui territorio si svolge l’attività”, commenta Rosolen.

La sicurezza è comunque al primo posto. Infatti, le linee guida chiariscono che nel caso in cui i bambini dovessero manifestare febbre o sintomi respiratori o gastrointestinali, dovranno rientrare a casa e dovrà essere contattato il pediatra. Sono stati stabiliti principi generali di igiene e pulizia, sanificazioni frequenti e disinfezione meticolosa di tutti gli oggetti, a iniziare dai giocattoli. Inoltre, pasti saranno somministrarti in monoporzioni e verranno utilizzate stoviglie monouso. I bambini avranno lettini e lenzuola ad uso personale.

Il Fvg è tra i primi ad estendere il ventaglio dell’offerta anche ai bambini della prima infanzia e questa è una scelta che implica responsabilità. “Vogliamo che i bambini – conclude l’assessore- possano ritrovare la loro libertà, naturalmente nel rispetto delle disposizioni sanitarie e del lavoro degli operatori“.