Nuova vita per le caserme dismesse, da Udine a Gorizia tutti i progetti per riqualificarle

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I progetti per riqualificare le caserme dismesse in Fvg.

Sono le custodi del tempo e della storia, spesso teatro di avvenimenti rilevanti per l’intero territorio regionale. Eppure, oggi molte caserme militari dismesse in Friuli Venezia Giulia versano in uno stato di degrado. L’abbandono e l’incuria hanno fatto la loro parte. Ma non mancano i progetti per donare una nuova vita agli edifici che hanno ospitato migliaia di militari a difesa del confine orientale.

Fin dal 2014 è stato avviato un percorso tra lo Stato e la Regione volto a riconvertire i beni dismessi dal Ministero della difesa, secondo le esigenze di sviluppo economico e sociale espresse dalle comunità locali. In quel frangente l’attenzione si è concentrata su circa trenta caserme dislocate in varie zone del Fvg. E di recente si sono visti i primi frutti. “Il 10 marzo – racconta l’assessore regionale al Patrimonio e Demanio, Sebastiano Callari – sono state trasferite dallo Stato ai Comuni, per il tramite della Regione, due caserme. Si tratta della Durigon a Forni Avoltri e della Colinelli a San Lorenzo Isontino, per finalità d’interesse pubblico e/o sociale, mirando alla valorizzazione degli stessi nell’ottica di un organico e coordinato sviluppo del contesto urbano e territoriale”.

Non solo. Sono all’attenzione della paritetica (“purtroppo questo organismo deve essere rifatto daccapo ogni volta che cade il governo: è una stortura” rimarca Callari) altri 9 ex edifici militari. Si tratta della caserma Bortolussi di Chiusaforte, che potrebbe diventare un centro ricreativo sportivo e turistico, così come della Francescatto di Cividale, in parte per la nuova caserma dei carabinieri, poi uffici e magazzini destinati alla Protezione civile.

E ancora, la caserma Viale Duodo di Codroipo, con finalità anche sociali, la Toti Bergamas di Gradisca d’Isonzo, pronta a diventare un complesso scolastico, e sempre nello stesso comune anche la Ugo Polonio, con destinazione artigianale L’elenco comprende anche la caserma Ugo Giavitto di Tarcento (magazzino per manutenzioni, spazi per le associazioni, laboratori e uffici) e l’ex Meloni di Tarvisio, pensata con destinazioni turistico-ricettive, sfruttando la vicinanza con la pista ciclabile Alpe Adria. E ancora, l’ex caserma Cantore di Tolmezzo, che potrebbe essere riconvertita a nucleo museale e scolastico, ma anche alberghiero e manifatturiero per il rilancio di future imprese, e infine l’ex De Michiel di Vivaro, nella quale potrebbero trovare posto le associazioni.

“La Regione – ricorda ancora l’assessore – sta dialogando sia con il 12° Reparto Infrastrutture di Udine, come riferimento del Ministero della Difesa, sia con l’Agenzia del Demanio per individuare i beni che principalmente possono essere oggetto d’interesse al trasferimento agli enti locali come i Comuni. Assieme al Segretariato Generale della Regione, dialoga direttamente con la Commissione Paritetica il cui compito è valutare le schede dei beni e le singole valorizzazioni per il definitivo trasferimento”.

Le tipologie dei beni coinvolti sono principalmente strade militari, ex depositi di munizioni, alloggi demaniali, sbarramenti difensivi o fortini, ex polveriere, ma anche beni non necessariamente legati ai militari come ex campi sportivi, aree condominiali, castelli e scuole.

“Nel mese scorso – conclude Callari – sono stati consegnati 6 beni di cui due caserme dove rispettivamente il Comune s’impegnava ad utilizzarli per finalità d’interesse pubblico e/o sociale, mirando alla valorizzazione degli stessi nell’ottica di un organico e coordinato sviluppo del contesto urbano e territoriale. Attualmente, sono state consegnate al Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie di Roma 58 beni, 9 dei quali sono caserme“. I progetti non mancano. La speranza di donare una nuova vita a questi edifici militari, parte della storia locale, è più forte.