Dai precari a chi teme per la pensione, il Fvg in piazza contro la manovra

Lo sciopero generale in Fvg del 16 dicembre.

Giovani disoccupati, lavoratori precari che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro e sempre più incerti anche sulle proprie prospettive pensionistiche. È ampia la fetta di popolazione pronta a incrociare le braccia giovedì 16 dicembre in occasione dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil per chiedere una manovra finanziaria più giusta per lavoratori e pensionati, una legge di bilancio che, attraverso misure concrete su fisco, pensioni e lavoro, dia finalmente di più a chi ha di meno.

Sos riforme.

“Non si può continuare a dire che va tutto bene. Non basta modificare qualche aliquota per risolvere il problema. Nel Paese aumentano i poveri e le disuguaglianze sociali e i provvedimenti messi in campo dal Governo, compresa la legge di bilancio, non danno risposte sufficienti alle istanze di una fetta sempre più ampia della popolazione: servono riforme strutturali”. Lo affermano i segretari generali di Cgil e Uil del Friuli Venezia Giulia, Villiam Pezzetta e Matteo Zorn, che si attendono una massiccia adesione. In regione non sono previste manifestazioni: lavoratori e pensionati del nord, infatti, confluiranno a Milano, in piazza Arco della Pace, sede di una delle cinque manifestazioni nazionali indette da Cgil e Uil (le altre a Roma, Bari, Palermo e Cagliari).

Le richieste dei sindacati.

“Lo sciopero – dichiarano ancora Pezzetta e Zorn – vuole dare voce alla delusione e alle speranze dei giovani disoccupati, dei lavoratori precari, di chi rischia di perdere il proprio posto di lavoro, di chi lavora e nonostante questo incontra grandi difficoltà, degli anziani. Chiediamo che dalla pandemia possa rinascere un Paese diverso e migliore, in cui ci sia maggior dignità per il lavoro e rispetto per la vita”. Cgil e Uil rivendicano la volontà di cambiare il Paese, di ripartire in modo diverso: “Su fisco e pensioni – proseguono i due segretari – non ci hanno dato risposte rispetto alle nostre richieste: chiedevamo di intervenire sul cuneo fiscale, per una progressività delle imposte, peraltro prevista dalla costituzione, per favorire i redditi bassi. Invece hanno agito sugli scaglioni, avvantaggiando maggiormente i redditi più alti. Sulle pensioni chiediamo una riforma strutturale, che consenta flessibilità in uscita, facilitando chi fa lavori gravosi e i lavoratori precoci, introducendo una pensione di garanzia per i giovani e valorizzando il lavoro di cura. Del tutto parziali e inadeguate, quindi, le misure messe in campo dal Governo, e insufficienti le misure stanziate su Ape sociale ed esodati. Troppo poco anche sul lavoro: cresce il Pil, non le retribuzioni. Da dove partire? Servono interventi a favore di donne e giovani, capaci di contrastare la crescita del precariato: anche in Friuli Venezia Giulia, infatti, le nuove assunzioni sono per la maggior parte a tempo determinato”.

I nodi del personale scolastico e sanitario.

Centrali anche i temi della scuola, con l’esigenza di un sistema di istruzione di qualità che parta dalla stabilità del lavoro del personale, docente e ausiliario, la richiesta di politiche industriali capaci di “affrontare l’ineludibile transizione ecologica e digitale, di trovare una soluzione alle crisi industriali, attribuendo allo Stato un ruolo da protagonista e contrastando le delocalizzazioni”. Di assoluta evidenza inoltre, per Pezzetta e Zorn, anche “l’esigenza di aumentare le risorse per la sanità e stabilizzare il personale che in questi mesi, con grandi sacrifici, si è impegnato in prima linea nella lotta alla pandemia”. Sempre in materia di sanità e welfare, Cgil e Uil rivendicano anche l’approvazione di una legge sulla non autosufficienza, con relativo aumento di risorse, “che garantisca e innalzi i livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio, in un’ottica di coesione sociale e lotta alle diseguaglianze”.