Cinquant’anni dall’Orcolat: il cardinale Zuppi a Gemona per le iniziative dell’Arcidiocesi di Udine

La Chiesa di Udine e l’anniversario del terremoto in Friuli.

Nel 2026 ricorreranno cinquant’anni dal terremoto che tra maggio e settembre del 1976 sconvolse il Friuli, causando la morte di 990 persone e la distruzione di interi paesi. A mezzo secolo di distanza, l’Arcidiocesi di Udine ha scelto di commemorare quell’evento con un articolato programma di iniziative che accompagnerà l’intero anno, con l’obiettivo di tenere viva la memoria e di attualizzare gli insegnamenti nati dalle macerie dell’Orcolat.

La memoria che diventa gratitudine e responsabilità

“A distanza di cinquant’anni, la nostra Chiesa desidera esprimere ancora una volta la gratitudine alle decine di migliaia di uomini e donne che si fecero prossimi alle nostre comunità per sostenerle nell’impegno di ricostruzione materiale e morale dopo quella tragedia”, ha ricordato l’arcivescovo di Udine, monsignor Riccardo Lamba. “Anche in dialogo con le istituzioni civili e le associazioni di volontariato del territorio – ha proseguito – la Chiesa vuole interrogarsi su che cosa non dev’essere dimenticato per costruire un futuro che sia fedele e in continuità con una tradizione storica, culturale e religiosa di straordinaria importanza, un unicum in Italia”.

Ricostruzione, rinascita e speranza per l’oggi

Il coordinamento del cartellone diocesano è affidato al vicario generale, monsignor Dino Bressan, che ha sottolineato come l’anniversario non sia pensato solo come uno sguardo al passato. “Ci stiamo muovendo, come Diocesi, non solo in riferimento alla memoria di eventi passati ma per intrecciare la ricostruzione con la rinascita e la speranza per l’oggi“, ha spiegato.

“Cos’hanno da insegnarci il famoso “modello Friuli”, la forza d’animo, l’ingegno e la solidarietà di allora? Qual è l’eredità da custodire? Quale la speranza nel futuro per costruire comunità unite e solidali? La ricostruzione, non più strutturale ma oggi spirituale e morale, richiede un processo continuo e l’impegno di tutti, oggi come allora”.

La Messa a Gemona con il cardinale Zuppi

Il momento celebrativo centrale è in programma domenica 3 maggio, nel fine settimana che precede il 6 maggio, data simbolo del sisma. La caserma Goi-Pantanali di Gemona ospiterà una solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi. Accanto a lui e all’arcivescovo Riccardo Lamba saranno presenti i vescovi e i delegati delle 67 diocesi che nel 1976 si gemellarono con altrettanti paesi del territorio diocesano. Considerando anche i comuni terremotati della Destra Tagliamento, i gemellaggi furono complessivamente 81.

I convegni ecclesiali lungo tutto il 2026

Accanto alla celebrazione, il programma prevede cinque convegni ecclesiali distribuiti tra il 15 febbraio e il 25 ottobre 2026. Il primo appuntamento, il 15 febbraio, coinciderà con il Convegno annuale dei catechisti, ospitato nell’aula 3 del polo universitario di via Tomadini a Udine, e sarà dedicato al senso della tragedia e della rinascita dal punto di vista biblico e pastorale.

Nei mesi successivi il percorso affronterà il ruolo delle comunità nell’immediato post-sisma e nel presente, i cinquant’anni della Caritas diocesana, il tema della ricostruzione dell’edilizia ecclesiale e delle sue destinazioni attuali, fino a un confronto sul ruolo dei presbiteri e del vescovo negli anni del terremoto e oggi.

La mostra e l’accompagnamento delle comunità

Nel cartellone diocesano trova spazio anche la mostra “L’anima ricostruita”, che sarà allestita da aprile a luglio 2026 nella chiesa di Sant’Antonio abate a Udine. Il percorso narrativo guiderà i visitatori sui luoghi del sisma, con particolare attenzione alle chiese distrutte e poi ricostruite, attraverso fotografie, reperti e ricostruzioni in 3D.

Per accompagnare le comunità a cinquant’anni dall’esperienza della ricostruzione, l’Arcidiocesi predisporrà inoltre un sussidio pastorale e alcune proposte celebrative. Un’attenzione particolare sarà riservata ai più piccoli, che del terremoto conoscono spesso solo i racconti dei nonni: a loro sarà dedicato il percorso quaresimale 2026 curato dall’Ufficio catechistico diocesano, dalla Pastorale giovanile e dal Centro missionario, con l’intento di trasmettere memoria e valori alle nuove generazioni