Sempre più difficile trovare meccanici in Friuli.
Trovare meccanici qualificati è sempre più difficile in Friuli e in Italia: tra percezione negativa del mestiere, condizioni economiche non competitive e retaggi culturali, le officine faticano a rinnovare il personale e rischiano nei prossimi dieci anni di perdere metà degli autoriparatori attivi nel Paese.
Di queste sfide si è parlato all’evento nazionale “Motore umano 2025”, organizzato da Mondo Meccatronico e patrocinato dalla CNA, ospitato a Udine all’hotel Là di Moret. La giornata, interamente dedicata al futuro dell’autoriparazione, ha visto la partecipazione di oltre 200 professionisti e imprenditori da tutta Italia, con una forte presenza dal Nordest e dall’Emilia Romagna, tra partecipanti in sala e online.
“Nonostante lo sciopero nazionale abbia scoraggiato alcune presenze fisiche, “Motore umano 2025” si conferma come il primo appuntamento dedicato alle problematiche dell’autoriparazione, con un focus sul fattore umano”, ha spiegato il presidente nazionale di CNA Autoriparazioni, Francesco Circosta.
Formazione e gestione del personale
Per Francesco Cadamuro, referente regionale CNA FVG Autoriparazioni, il problema non è solo reperire personale, ma anche investire tempo e risorse nella formazione. “Il 90% delle officine cerca almeno un addetto, ma il 64% dichiara di non avere tempo per farlo” commenta Cadamuro.
““Motore umano 2025” è nato per rendere consapevoli le officine su come affrontare il cambiamento, affinché non si limitino a lamentare la mancanza di personale senza interrogarsi sui motivi. Il salto culturale è necessario: da una parte il meccanico deve diventare imprenditore, dall’altra l’operaio non è più quello di trent’anni fa. Le nuove generazioni chiedono tempo libero, qualità della vita, riconoscimento. Non basta più il piazzale pieno di auto, se il portafoglio resta vuoto perché non c’è personale preparato a ripararle”.
Cadamuro ha sottolineato come le scuole professionali siano in grado di formare profili adatti alle esigenze tecnologiche del settore, ma l’integrazione dei giovani nelle officine resta difficile: “Basta tenere la testa sotto il cofano – sprona il referente CNA regionale -. Le officine devono iniziare a guardare alle criticità organizzative, alla gestione del personale e alla valorizzazione delle competenze. CNA può offrire consulenze e strumenti, però l’imprenditore deve voler investire tempo e avere visione”.
Il nodo del passaggio generazionale
Il passaggio generazionale è un’altra sfida fondamentale. Cadamuro, autoriparatore di terza generazione, ha spiegato come oggi il settore si stia aprendo anche a figure esterne alla famiglia, ma la cessione dell’attività richiede accompagnamento, formazione e fiducia: “Il mestiere è cambiato, non sempre ci si sporca le mani in officina: in certe carrozzerie si può mangiare sul pavimento. Anche la fatica fisica è diminuita, ma resta la necessità di aggiornarsi e di credere nel valore umano dell’impresa”.