Giovani, inquieti e pronti a partire: il ritratto dei neomaggiorenni friulani

I risultati di un’indagine tra gli studenti neomaggiorenni a Udine.

Un’indagine su oltre 2.000 studenti delle scuole superiori di Udine, promossa dal Comune e realizzata in collaborazione con IRES FVG, ha tracciato un ritratto inedito e approfondito dei neomaggiorenni friulani. È la prima volta che l’amministrazione cittadina raccoglie dati così dettagliati su questa fascia d’età, cercando di comprenderne desideri, ansie, aspettative e il rapporto con il mondo degli adulti e delle istituzioni. La ricerca ha coinvolto tutti gli istituti secondari di secondo grado cittadini e si è protratta per circa due mesi.

Solo il 56% degli intervistati si dichiara “almeno abbastanza soddisfatto” della propria vita attuale, mentre circa un terzo afferma di essere poco soddisfatto o infelice. I dati più confortanti arrivano invece dalle relazioni tra pari: quasi l’88% è contento delle proprie amicizie. Tuttavia, la condizione economica emerge come un fattore decisivo: tra chi proviene da famiglie benestanti, la percentuale di chi si dice felice sale nettamente, mentre tra chi ha meno disponibilità economiche crolla al 5%.

Anche il genere influisce: i maschi riportano livelli di benessere personale generalmente più alti rispetto alle coetanee. Solo il 15% delle ragazze si dichiara “molto soddisfatta” della propria vita, contro il 22% dei ragazzi.

Futuro: fascino e paura, spesso intrecciati

Quando lo sguardo si volge al domani, emergono emozioni miste. Per il 43% degli studenti “il futuro fa paura”, mentre solo il 15% lo guarda con fiducia. Le ragazze, ancora una volta, appaiono più preoccupate dei coetanei: sei su dieci ammettono un certo timore per ciò che le attende. Anche in questo caso la condizione economica incide: tra chi vive in famiglie in difficoltà, la percentuale di chi teme il futuro sale al 54%, mentre cala (pur restando alta) al 38% tra chi gode di stabilità economica.

Uno sguardo all’estero

Quasi la metà degli studenti udinesi sogna un futuro lontano dall’Italia. Il 42,2% del campione vorrebbe vivere all’estero, contro un 29% che preferirebbe restare. Un altro 28,8% è incerto. Il desiderio di espatriare è più forte tra le ragazze (45%) rispetto ai ragazzi (39%) e nettamente più diffuso tra chi è nato fuori dai confini italiani (64%).

Secondo l’assessora alle politiche giovanili Arianna Facchini, questo dato rappresenta una “perdita potenziale enorme per il territorio, che deve essere capace di offrire ai giovani reali prospettive di crescita, autonomia e partecipazione.”

Università sì, ma anche tanta voglia di fare da sé

Il 70,9% dei maturandi intende proseguire gli studi all’università, ma anche qui il divario di genere è marcato: quasi l’80% delle ragazze sceglie il percorso accademico contro il 61% dei ragazzi. Colpisce però anche un forte spirito imprenditoriale: quasi il 40% vorrebbe avviare un’attività propria o lavorare da libero professionista.

Non mancano però le preoccupazioni: il 51,8% degli intervistati è almeno “abbastanza preoccupato” per il proprio futuro professionale. La paura più diffusa? Avere un lavoro sottopagato. Seguono il timore della disoccupazione e della precarietà.

Partecipazione civica: il voto convince più dei social

L’indagine rivela anche un certo attaccamento alla partecipazione democratica: il 58,3% dei ragazzi crede che il voto sia un mezzo efficace per far sentire la propria voce, con una fiducia maggiore tra le ragazze (64,3%) rispetto ai ragazzi (51,6%). Al contrario, sono percepite come meno incisive altre forme di impegno civico, come l’adesione ad associazioni giovanili (29,7%) o l’utilizzo dei social (25%). Solo il 9,5% crede che il contatto diretto con la politica possa essere davvero utile.

Tuttavia, i giovani non restano in silenzio: chiedono con forza più opportunità per formarsi e inserirsi nel mondo del lavoro, ma anche più spazi e occasioni culturali. La richiesta più frequente? Stage e corsi per sviluppare competenze professionali (54,2%).

“Questa indagine non è un esercizio accademico – ha commentato l’assessora Facchini – ma un primo vero tentativo di ascolto e comprensione di una fascia d’età troppo spesso ignorata. È da qui che vogliamo partire per costruire politiche più consapevoli”.

“Nonostante dall’indagine emerga chiaramente i giovani esprimano una certa ansia rispetto al proprio futuro e all’ingresso nel mondo del lavoro, e il timore più diffuso sia già incentrato su una futura retribuzione, motivo che peraltro spinge molti a immaginare un trasferimento all’estero, a sorprendere è comunque una certa fiducia che le nuove generazioni ripongono nel voto e nella partecipazione come strumento per farsi ascoltare”, fa notare Alessandro Russo, ricercatore di Ires FVG.