Cosa è emerso dalla Conferenza sulla lingua friulana a Gorizia.
Si è tenuta ieri a Gorizia la Quarta Conferenza regionale sulla lingua friulana, un appuntamento cruciale per fare il punto sullo stato di salute della marilenghe. Studiosi, amministratori, docenti e operatori del settore si sono confrontati su dati, sfide e opportunità della lingua friulana, tra calo della trasmissione orale e nuove frontiere tecnologiche. Al centro del dibattito, il Piano generale di politica linguistica 2026-2030, che punta a rilanciare l’uso del friulano nei vari ambiti della vita pubblica, scolastica e digitale.
Parlata, capita, amata… ma sempre meno tramandata
Secondo l’indagine sociolinguistica commissionata da Arlef e condotta da Ires FVG nel 2023 su oltre 4.000 questionari in 180 comuni, il friulano gode ancora di alto prestigio sociale e di una comprensione passiva pari all’81%. Tuttavia, l’uso attivo della lingua è in forte calo, soprattutto tra le nuove generazioni e nei contesti urbani, dove l’italiano domina anche nelle situazioni informali.
Il docente Vittorio Dell’Aquila, analizzando i dati, ha parlato apertamente di “perdita di vitalità orale del friulano”, richiamando però anche le opportunità: l’insegnamento scolastico è ben accolto, le politiche di tutela sono finanziate e c’è spazio per rilanciare la marilenghe come risorsa moderna, anche nei media e nei canali digitali.
La scuola come motore di resistenza
Nonostante il calo nell’uso familiare, l’insegnamento della lingua friulana nelle scuole continua a crescere. Tra il 2020 e il 2025, la percentuale complessiva di adesione è salita dal 66,7% al 68,2%, con picchi nelle scuole dell’infanzia e primarie, dove si supera stabilmente il 76%, arrivando al 78,3% nel 2024-25.
Le percentuali variano però molto a seconda del territorio: si va dal 94% dell’area del Torre (Tarcento) al 45,8% della Riviera Bassa Friulana (Latisana). L’istituto Bachmann di Tarvisio raggiunge addirittura il 100% grazie alla sperimentazione plurilingue. Importante anche il sostegno finanziario regionale, salito a 1,6 milioni di euro nel 2024-25, e il numero crescente di docenti abilitati all’insegnamento del friulano, oggi 1.695 rispetto ai 1.036 del 2012.
Una lingua con basi solide, ma ancora da completare
Il friulano è oggi dotato di una grafia ufficiale, di un importante dizionario bilingue (Grant dizionari bilengâl talian-furlan) e di una notevole produzione lessicografica. Ma mancano ancora strumenti fondamentali: una grammatica di riferimento completa, un dizionario etimologico e un lessico storico. Il professor Franco Finco (Università pedagogica della Carinzia) ha sottolineato l’urgenza di questi strumenti per rafforzare la capacità della lingua di funzionare in ambiti specialistici, tecnici e istituzionali.
Tecnologia e IA: il futuro parla friulano
Proprio l’ambito tecnologico rappresenta una delle scommesse più promettenti per il futuro della lingua. William Cisilino, direttore di Arlef, ha ricordato che le nuove tecnologie possono diventare pilastri della vitalità linguistica.
Nel 2024 sono stati avviati i moduli di text-to-speech (sintesi vocale) e speech-to-text (riconoscimento del parlato) in friulano. L’obiettivo dichiarato è ambizioso: creare un modello linguistico nativo per la lingua friulana, da integrare nei sistemi di intelligenza artificiale generativa.
In parallelo si lavora su altri strumenti fondamentali: correttore ortografico, tastiera in friulano, traduttore automatico, ampliamento del dizionario digitale. Tutti progetti volti a rafforzare la presenza del friulano negli ambienti digitali.
Media, social e nuovi linguaggi
Arlef ha puntato molto anche sulla comunicazione digitale. Dopo la pandemia, è cresciuta la produzione di contenuti per i social network e piattaforme come TiceTacFurlan (quasi 25 milioni di visualizzazioni) e YoupalTubo (oltre 17.000 iscritti) testimoniano l’interesse per contenuti in marilenghe. Tra gli altri progetti: il doppiaggio di cartoni animati, la promozione di un doposcuola in friulano, e campagne rivolte ai neogenitori (oltre 9.600 valigette informative distribuite tra 2021 e 2025).
Lingua e istituzioni: il friulano nella pubblica amministrazione
L’uso del friulano nella PA è considerato un diritto linguistico e un segnale forte di legittimazione. Secondo Veronica De Giorgio (Sportello regionale per la lingua friulana), l’83% dei comuni friulanofoni ha segnaletica bilingue installata, e sono in crescita sia la formazione del personale, sia la presenza del friulano nei siti istituzionali. Nel solo 2024, lo Sportello ha fornito 658 consulenze linguistiche e toponomastiche agli enti locali.
Le fondamenta giuridiche e il ruolo dell’autonomia
La politica linguistica in Friuli Venezia Giulia si basa principalmente sulla legge regionale 29/2007 e sulla 482/1999, ma potrebbe essere rafforzata con l’attuazione dell’articolo 3 dello Statuto speciale. Lo ha ricordato la giurista Elena D’Orlando, presidente della Commissione paritetica Stato-Regione, suggerendo di riportare lo Stato al tavolo negoziale per ampliare gli spazi normativi a tutela della marilenghe.