Il foro di Aquileia verso un nuovo splendore novant’anni dopo la sua scoperta

Il restauro del foro di Aquileia.

A quasi novant’anni dalla scoperta fortuita durante uno scavo di bonifica, il foro di Aquileia — una delle immagini più iconiche del sito UNESCO — sta vivendo una nuova fase di rinascita. È in corso un ampio intervento di restauro sull’intero settore orientale del complesso monumentale, promosso dalla Fondazione Aquileia sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia.

I lavori, affidati alle ditte Di Betta Giannino e Malvestio Diego & C., sono diretti dall’architetto Roberto Franco e comprendono operazioni fondamentali come il completamento dei drenaggi per contrastare la risalita dell’acqua di falda — il foro si trova poco sopra il livello del mare — oltre alla pulizia e al restauro del lastricato della piazza, dei gradini, delle colonne e del portico.

“Dopo quasi novant’anni, è la prima volta che si mette in atto un lavoro sistematico di questo tipo”, sottolinea Roberto Corciulo, presidente della Fondazione Aquileia. “Ciò dà il senso della delicatezza e dell’impegno che esso richiede e per il quale ringrazio la Soprintendenza e le professionalità coinvolte. Questo è il primo tassello di un ambizioso progetto che coinvolgerà il porto fluviale, il foro e il decumano di Aratria Galla“.

Il progetto è anche il primo caso applicativo di un nuovo protocollo per la conservazione programmata del sito, basato su un sistema HBIM (Historical Building Information Modeling), sviluppato grazie a un accordo con il Politecnico di Milano – Polo di Mantova e l’Università di Brescia, con la supervisione della professoressa Barbara Scala.

Il direttore della Fondazione, Cristiano Tiussi, evidenzia l’importanza della manutenzione ordinaria per preservare nel tempo gli effetti del restauro: “La conservazione programmata è un obiettivo prioritario, perché solo una cura costante permette di monitorare lo stato degli impianti e intervenire tempestivamente in caso di guasti” Accanto alle strutture conservate in situ, saranno restaurati anche centinaia di frammenti architettonici dispersi sulla piazza, che verranno studiati e catalogati in collaborazione con le università regionali per un’eventuale ricomposizione e futura esposizione.

Le indagini archeologiche non si fermano.

Intanto, proseguono anche le indagini archeologiche, in particolare nell’area delle antiche botteghe. “La ricerca archeologica è il primo passo per comprendere le dinamiche insediative del sito e pianificare una valorizzazione efficace”, spiegano Tiussi e Serena Di Tonto, archeologa della Soprintendenza. Lo scavo, condotto da Eleonora Carminati e Alessandro Duiz, ha confermato l’imponente impegno costruttivo richiesto dalla lastricatura della piazza: 60.000 mattoni per la sottofondazione, 1.500 metri cubi di calcare di Aurisina per le lastre, 800 per la massicciata di base.

Sulla valenza simbolica dell’intervento si è espressa anche l’architetto Valentina Minosi della Soprintendenza: “Il confronto tra i nostri funzionari e i tecnici coinvolti ha l’obiettivo di affinare le metodiche concordate durante il cantiere pilota, per una soluzione rispettosa della materia antica e del valore storico del luogo, compresi gli interventi novecenteschi. Ci auguriamo che in futuro si possano compiere ulteriori passi avanti, riducendo la discontinuità rappresentata dalla SR 352, per favorire una maggiore fruizione pubblica e collegare in modo più organico le diverse aree archeologiche, tra cui l’ex Essiccatoio, oggetto di nuove progettualità”.

Il prossimo 14 giugno, in occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia, il foro sarà visitabile nell’ambito di un’apertura straordinaria. Sarà l’occasione per ascoltare dalla voce di archeologi e restauratori i risultati del lavoro in corso sul cuore monumentale dell’antica città romana di Aquileia.