Tagli temporanei dei posti letto e interventi rinviati all’ospedale di Udine.
Taglio dei posti letto e riduzione degli interventi per far fronte alla carenza di personale che si aggravi d’estate, con le ferie. L’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (AsuFc) ha definito il piano ferie 2025, valido dal 1° giugno al 30 settembre, con l’obiettivo di garantire la pausa estiva al personale sanitario senza compromettere i servizi essenziali. Una pianificazione complessa, che punta a un equilibrio tra tutela dei lavoratori e continuità assistenziale, in un contesto ancora segnato dalla carenza di personale.
Cosa prevede il piano ferie.
Il piano, formalizzato ai sindacati nei giorni scorsi, prevede la chiusura temporanea di 65 posti letto su 435 nei reparti di medicina interna presenti nei presidi ospedalieri dell’Azienda, pari a meno del 15% del totale. A Udine, in particolare, una quarantina di letti resteranno inutilizzati anche per consentire interventi di riqualificazione degli spazi. È inoltre prevista la sospensione del 30% della programmazione chirurgica, mentre resteranno garantiti i ricoveri urgenti, gli interventi oncologici, le attività dei Dipartimenti di prevenzione e dell’assistenza territoriale, comprese cure intermedie e assistenza domiciliare.
“Abbiamo lavorato per contenere il più possibile la riduzione delle attività nei mesi estivi“, ha spiegato il direttore sanitario David Turello, sottolineando che non ci saranno tagli alla ricettività in aree cruciali come cardiologia, neurologia, medicina d’urgenza e oncologia – quest’ultima con una leggera riduzione limitata alle due settimane centrali di agosto.
“Il piano ferie è frutto di uno sforzo collettivo e di una revisione dei modelli organizzativi, che ha consentito anche l’arrivo di rinforzi. Solo tra gli operatori socio-sanitari, il saldo dall’inizio dell’anno è positivo di 20 unità, e contiamo a breve sull’assunzione di nuovi infermieri dallo scorrimento della graduatoria in corso”. In particolare, grazie al concorso Arcs sono entrati in servizio 42 nuovi infermieri, a cui si aggiungono 5 operatori socio sanitari assunti con contratto a tempo determinato tramite manifestazione d’interesse.
Interviene l’opposizione.
La consigliera regionale Simona Liguori (Civica FVG) ha depositato oggi un’interrogazione alla Giunta per fare piena luce sulla situazione dei posti letto per acuti nell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale (ASUFC) anche alla luce del nuovo piano ferie 2025 che prevede numerose chiusure temporanee e riduzioni di attività nei presidi ospedalieri del territorio.
“Il piano ferie prevede la sospensione di 14 posti letto in medicina a Tolmezzo, la chiusura di 4 posti in medicina d’urgenza a Palmanova, la riduzione delle attività in cardiochirurgia, ortopedia, oncologia e in altri reparti chiave anche a Latisana e San Daniele. Tutto ciò rischia di compromettere la continuità delle cure, soprattutto per i pazienti oncologici e acuti, e di mettere sotto ulteriore stress i Pronto Soccorso”.
Liguori sottolinea anche le preoccupazioni espresse dai sindacati CGIL e Fials, che segnalano un pericoloso impatto su percorsi assistenziali non differibili e sul sovraccarico del personale. “Il boarding – cioè la permanenza prolungata dei pazienti in Pronto Soccorso in attesa di ricovero – è già una realtà quotidiana. Con meno posti letto disponibili, la situazione rischia di diventare esplosiva”.
Nell’interrogazione, la Consigliera chiede alla Giunta: un quadro aggiornato dei posti letto effettivamente disponibili nei vari ospedali (Udine, Palmanova, Tolmezzo, Latisana, San Daniele, ecc.); il numero di letti sospesi o ridotti per il periodo estivo 2025; quali misure di monitoraggio e intervento siano previste per garantire la continuità dell’assistenza e prevenire ulteriori criticità; se esista un piano di rafforzamento strutturale, anche sul fronte del personale, per ripristinare la piena operatività dei reparti post piano-ferie.
“Non possiamo accettare che i cittadini delle aree periferiche e montane restino senza accesso a servizi sanitari essenziali – conclude Liguori –. Serve un intervento deciso per rimettere in sicurezza il nostro sistema ospedaliero, oggi sempre più fragile”.