Prima assoluta per lo spettacolo in quattro lingue. Ne parliamo col Direttore Pedini
«È sicuramente uno spettacolo che non si vede tutti i giorni. Una proposta che non si trova in stagione, Mittelfest è infatti l’occasione per uscire dalle offerte canoniche che, giustamente, i teatri propongono. Quindi invito tutti a venire. È uno spettacolo plurilingue che si sa far capire e raccontare attraverso le azioni degli attori». È questo l’invito fatto da Giacomo Pedini, direttore artistico di Mittelfest, intervistato su “Elsinore”, firmato da Paolo Antonio Simioni e prodotto dal Centro Teatro dei Navigli in collaborazione con l’ARLeF – Agjenzie regjonâl pe lenghe furlane e Mittelfest2025, che porterà al pubblico del festival un’esperienza teatrale capace di superare i confini linguistici, grazie all’uso di friulano, italiano, ungherese e inglese. La pièce andrà in scena giovedì 24 luglio, alle 19, nella suggestiva cornice della chiesa di San Francesco, a Cividale del Friuli, in prima assoluta. Ecco cosa ci ha raccontato il direttore Pedini.
Direttore, cosa l’ha portata a scegliere proprio questo spettacolo, in collaborazione con l’ARLeF?
L’ARLeF mi ha sottoposto alcune idee, fra cui questo progetto di Simioni su Amleto. Rispetto a Mittelfest sono in genere un po’ restio a portare i classici, però, in questo caso, c’era l’elemento che secondo me, dava senso all’ospitare il debutto. Simioni e il gruppo internazionale EuAct hanno puntato, con questo progetto, a recuperare la mitologia profonda, nordica, dell’Amleto, ritornando al principio della vicenda che ha ispirato Shakespeare. Mi interessava proprio l’idea del racconto archetipico e la possibilità di tradurlo in una forte presenza fisica degli attori, mescolando anche lingue diverse.
Lo spettacolo è in quattro lingue. Cosa rappresenta, per un festival come Mittelfest, portare il multilinguismo a teatro?
Questa è stata senz’altro una delle ragioni per cui mi è sembrato interessante ospitare questa proposta al suo debutto. La scelta di usare la lingua come strumento espressivo, sonoro, assieme alla capacità attoriale di esprimersi anche senza doversi appoggiare necessariamente alla semantica – alle cose che vengono dette – credo sia molto intrigante.
Il personaggio di Amlothi parlerà in friulano. Quanto è importante valorizzare le lingue minoritarie attraverso il teatro?
È una questione molto rilevante perché ha a che fare con la performatività della lingua. La complessità e la vitalità di un idioma, passa attraverso il suo essere agito, quindi essere detto, appunto, performato. In questo senso il passaggio col teatro è molto importante, perché è il luogo in cui si consolida questa percezione della lingua come strumento vivo.
Cosa si augura che il pubblico porti con sé dopo aver assistito a “Elsinore”?
Quello che mi auguro sempre per il pubblico è che faccia delle esperienze nuove, arricchenti. È un auspicio che faccio per tutte le proposte di Mittelfest e, più in generale, alle proposte di spettacolo: uscire dalla noia quotidiana.
Per informazioni sui biglietti, contattare la biglietteria di Mittelfest al numero 0432 734316 oppure tramite mail scrivendo a biglietteriamittelfest@gmail.com