I progetti per la sicurezza sul Tagliamento dividono il Friuli: “No a nuovo cemento”

I progetti per la sicurezza sul Tagliamento.

Il problema delle casse di espansione è superato, non esiste più. La loro menzione nell’aggiornamento del piano di gestione del rischio alluvioni redatto dall’Autorità di bacino è un refuso che verrà rettificato con apposito atto”.

È quanto ribadito dall’assessore alla Difesa dell’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro nel corso di un incontro con 22 sindaci del Friuli Collinare e del Pordenonese riunitisi a Colloredo di Monte Albano su invito del consigliere regionale Leonardo Barberio.

“Siamo riusciti a evitare, con il nostro parere negativo a dicembre 2020 – ha detto l’esponente dell’esecutivo Fedriga nel corso dell’incontro – un’opera dannosa per il territorio. Abbiamo già avviato opere nel basso corso e altre partiranno a breve perché non possiamo più stare fermi; bisogna superare, con responsabilità istituzionale, le ‘rivalità’ esistenti perché nessuno vuole danneggiare alcun territorio, bensì salvaguardare la vita umana in caso di calamità naturali come quelle del 1966 o quella verificatasi in occasione della tempesta Vaia quando non ci furono intervalli tra una piena e l’altra”.

Nel piano dell’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi orientali figura ancora l’opera di Pinzano denominata ponte-traversa “un’idea, non un progetto – specifica l’assessore -, individuata dal Laboratorio Tagliamento e approvata dai sindaci e loro delegati di tutto il corso. Curiosa poi la giravolta di ex assessori, ora consiglieri regionali, che allora avevano approvato il piano con relativa delibera e oggi invece gridano allo scandalo“.

A fronte della dichiarata opposizione dei sindaci alla realizzazione dell’opera a monte, Scoccimarro ha ribadito come “nessuno ha in mente di danneggiare il territorio. Lasciare la situazione inalterata è una grossa responsabilità: va trovata una via da percorrere, non ci si può limitare a dire no. Bisogna individuare un’alternativa al ponte-traversa? Gli strumenti che abbiamo già messo in campo prevedono di continuare il percorso del Mab Unesco al fine di raggiungere la massima condivisione con i sindaci e portatori d’interessi del Tagliamento sull’intera valorizzazione del territorio”.

“Con questo iter – ha concluso Scoccimarro – si potranno sviluppare tutti gli studi di dettaglio che possano individuare le soluzioni alternative attraverso un Contratto di Fiume che definisca le opere e le prospettive, anche superando ed aggiornando il lavoro prodotto dal Laboratorio Tagliamento, comprese le compensazioni economiche”.

Tesi, quelle di Scoccimarro, che hanno sollevato più di una perplessità. “Il dibattito sul Tagliamento sta prendendo una direzione pericolosa – evidenzia Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l’Autonomia -. Un conto è discutere su come coniugare la sicurezza degli abitanti dei Comuni del basso corso con la tutela della naturalità del fiume, entrambi obiettivi fondamentali che non possono essere tenuti in considerazione l’uno a scapito dell’altro. Un altro conto è invece pensare di intervenire pesantemente con opere impattanti per continuare a consumare suolo per nuove lottizzazioni, inseguendo un modello di sviluppo insostenibile e fuori dalla storia”.

“Qualsiasi soluzione sul Tagliamento – gli fa eco il capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale, Cristian Sergo – oltre a essere condivisa e partecipata, dovrebbe tenere conto dell’utilità sociale, senza recare danno alla salute e all’ambiente“. “L’incontro di ieri tra l’assessore Scoccimarro e i sindaci del Friuli Collinare e del Pordenonese – conclude il pentastellato – non ha aggiunto nulla alla situazione degli interventi di messa in sicurezza lungo il fiume, se non le consuete frasi di circostanza”.