A Gemona del Friuli si rinnova la tradizione della Messa del Tallero

La cosegna del tallero d'argento

La Messa del Tallero a Gemona.

A Gemona del Friuli si ripete la tradizione della Messa del Tallero, celebrazione solenne officiata nel duomo di Santa Maria Assunta, dal parroco della cittadina, l’arciprete monsignor Valentino Costante. 

“Un simbolo di pace, fratellanza e di unione, la solenne Messa del Tallero: nella sua spettacolare e tradizionale coreografia, quest’antica ritualità cristiana rinsalda il legame con la nostra storia, facendoci sentire comunità – ha commentato l’assessore regionale Barbara Zilli – . Accanto alla suggestione di una celebrazione che affonda le sue radici nel glorioso passato di un Friuli dalla storia composita e di straordinaria ricchezza, la cerimonia sacra nel giorno dell’Epifania ci indica la via per conservare e accrescere l’altruismo che, per alcuni aspetti, abbiamo riscoperto durante il buio periodo pandemico: l’attenzione al vicino di casa che può essere in difficoltà, al collega di lavoro che attraversa un momento delicato, a tutti coloro che vivono situazioni in cui è necessario il nostro aiuto e il supporto della comunità”.

Il sindaco di Gemona del Friuli, Roberto Revelant, in rappresentanza di tutta la comunità, ha offerto alla Chiesa, nelle mani dell’arciprete, il dono del tallero d’argento di Maria Teresa d’Austria, una preziosa moneta coniata nel 1780, simbolo di concordia e collaborazione tra i poteri temporale e spirituale. Alla messa solenne hanno preso parte numerose autorità civili e militari; molti i primi cittadini dei Comuni contermini. 

“Con la Messa del Tallero, nel giorno dell’Epifania, vogliamo abbracciare idealmente tutta la comunità regionale, in questo inizio d’anno: che il 2024 sia foriero di salute, di serenità, di pace e – ha rimarcato, a margine, Zilli -, di una stretta di mano in più a chi ha bisogno. Sono orgogliosa di poter rappresentare la Regione oggi, a Gemona del Friuli: questa comunità, che è casa mia, è molto aperta e viva, nel centro e nelle sue borgate. Le iniziative epifaniche lo confermano ancora una volta. È una realtà che, come tutte, ha bisogno ancora di più di stare unita, per affrontare le difficoltà e soprattutto per trovare, e dare un senso, al nostro futuro”.