La sfida di tre giovani donne a Gemona, aprono un negozio ai tempi del Covid

Tre giovani donne aprono un nuovo negozio a Gemona.

Si chiamano Desirè, Cristina e Sara. Non hanno neanche 30 anni, ma tanta voglia di mettersi in gioco e scommettere sul loro futuro. Una sfida che, in tempi di Covid, ha un valore ancor maggiore. Quasi una risposta a tutta grinta alla pandemia e ai punti di domanda sul futuro.

Le tre giovani imprenditrici hanno aperto un negozio a Gemona, all’interno del centro commerciale “Le Manifatture” di via Luigi Burgi. Si chiama “Rose” il temporary store inaugurato sabato scorso e che rimarrà aperto fino al 31 gennaio 2021. “Ma la nostra intenzione è farla diventare un’attività permanente” si affretta a precisare Desirè Cargnelutti, 28 anni, una delle tre socie assieme alle sorelle Sara e Cristina Da Pozzo, di 28 e 29 anni, di Tarcento, titolari di attività immobiliari a Udine. In uno spazio elegante e ricercato, propongono moda donna a prezzi competitivi, senza che ciò vada a scapito della qualità. È aperto dal lunedì al sabato dalle 10.30 alle 19.30.

Cargnelutti, gemonese di origine ma trapiantata a Udine da una quindicina d’anni, nel capoluogo friulano da due anni ha aperto il suo negozio “Renè Moda Uomo” di via Valvason, in centro. “Si chiama così – ricorda con un sorriso – in onore di mio nonno Renato, imprenditore gemonese emigrato in Francia dove, appunto, il suo nome è diventato Renè. È stato protagonista della ricostruzione post terremoto a Gemona e proprio lui, un gentiluomo vecchio stampo, è stato l’ispirazione ad aprire l’attività a Udine”. Le radici, poi, sono a Gemona e qui Desirè ha voluto investire con “Rose”, come tributo alla sua terra natale.

“Prendere un locale in affitto all’interno de Le Manifatture non è stato per niente facile – racconta la giovane imprenditrice -. Ho seguito la cosa per oltre due mesi, finché ce l’ho fatta. Una volta arrivato l’okay, abbiamo allestito tutto in soli 4 giorni“. E così, ecco l’apertura del negozio “al quale abbiamo dato un’impronta di un luogo sereno, simile a com’era la vita prima del coronavirus. Un posto confortevole, in grado di distrarre da tutto ciò che, purtroppo, c’è fuori. E vogliamo anche contribuire a riscattare il centro commerciale, che vive momenti non facili”.

Cargnelutti sa che è impossibile prevedere l’evoluzione dell’emergenza sanitaria (“abbiamo aperto, ma siamo consapevoli che potrebbero farci chiudere perché negozio non essenziale” dice), ma affronta la situazione con tenacia e determinazione. “Più che per il guadagno – conclude Desirè – abbiamo aperto per dare un input positivo a Gemona e alla zona. All’attività tradizionale, in ogni caso, affiancheremo anche quella online”. Intanto, il 31 ottobre nel giorno dell’inaugurazione è gravitata intorno a “Rose” un’ottantina di persone. Un inizio sicuramente incoraggiante.