In tanti a letto con la febbre in Friuli, come sapere se è Omicron 5

I dati del contagio da Omicron 5 in Fvg

In Friuli Venezia Giulia ad oggi si sono registrati ben 309.909 contagi dall’inizio della pandemia. Un numero enorme se si considera che solamente nelle ultime 24 ore c’è stato un incremento di 1217 casi individuati a fronte di tamponi molecolari (381 casi), antigenici (836 casi positivi), con 7 ricoveri in terapia intensiva e 2 decessi.

L’aumento che si è notato nell’ultimo periodo è dovuto all’arrivo della variante Omicron 5 e delle sottovarianti BA5 e BA4; che sono diventate prevalenti nel 50% dei casi. In una settimana si è passati in Italia da oltre 62 mila contagi in più, ma fortunatamente senza conseguenze gravi.

I sintomi sono riconducibili ad un malessere di stagione, e sono diversi rispetto alle altre varianti del Covid: molti in questi giorni si sono rivolti ai propri medici di famiglia accusando febbre addirittura fino a 39 gradi e forte mal di gola, una novità rispetto alle vecchie infezioni. Come sottolineano i medici però, nell’infezione da Omicron 5 difficilmente l’olfatto ed il gusto scompaiono, come in Delta; mentre generalmente il virus si ferma nelle alte vie aeree non raggiungendo i bronchi.

Positività breve e sintomi gestibili a casa

Come viene sottolineato, per la nuova variante la positività risulta essere più breve – alle volte meno di una settimana – e molto spesso i sintomi essendo più leggeri nella maggioranza dei casi di vaccinati con almeno tre dosi, possono essere curati con terapia domiciliare.

Nonostante questo però l’efficienza di Omicron 5 sta nel essere più facilmente trasmissibile, come viene confermato da Fabio Borbone della task force regionale anticovid, e per ora sembra anche essere intercettata dai tamponi messi a disposizione.

Le cure

Secondo i medici per i pazienti fragili alla comparsa della positività andrebbe somministrato un antivirale, mentre per le persone sane antinfiammatori e Tachipirina al bisogno evitando il cortisone.

Anche se vaccinati ci si può reinfettare

Come anche per le varianti precedenti, anche i vaccinati possono reinfettarsi, complice anche la distanza temporale dall’ultima somministrazione del vaccino (solitamente la copertura varia dai 4 ai 6 mesi). A reinfettarsi in regione sono soprattutto i giovani, seguiti dai pazienti fragili come anziani e malati. Ecco perché è importante per quest’ultimi ricorrere alla quarta dose, mentre per i sani, come spiegano gli esperti, sarà meglio aspettare la fine dell’estate per osservare l’evolversi della malattia e l’indicatore dei contagi.