Dalla guerra in Ucraina a Udine, l’Università accoglie i primi 2 professori

L’Università di Udine ha accolto i primi 2 professori.

L’Università di Udine si mobilita per ospitare studenti e ricercatori in fuga dalle zone di guerra in Ucraina. Ganna Stovpchenko e Lev Medovar, due professori del Paton Welding Institute di Kiev, sono arrivati lunedì 21 marzo all’Università di Udine e saranno ospiti dell’ateneo come visiting professor, grazie a un progetto di ricerca di Fabio Miani, docente di metallurgia del dipartimento Politecnico di ingegneria e architettura.

I due docenti sono arrivati in Friuli con la loro famiglia. Si tratta in tutto di sette persone, che saranno ospitate grazie alla generosità di Pietro Piussi, docente dell’Università di Firenze, che ha messo a disposizione la propria casa a Tricesimo. La felice connessione tra Fabio Miani e Pietro Piussi è avvenuta grazie all’intervento di Giorgio Alberti, delegato del rettore per i Rapporti internazionali, che sta seguendo il progetto di accoglienza delle persone in fuga dalla guerra dell’Ucraina e che è stato allievo di Piussi molti anni fa.

I due docenti hanno ricevuto una lettera di raccomandazione da Donald Sadoway, docente del Massachusetts Institute of Technology e fondatore della startup Ambri, che sta progettando le batterie a modello liquido. I due professori, scrive Sadoway nella sua lettera di raccomandazione inviata al rettore Roberto Pinton “sono i principali esperti nel settore della raffinazione Electroslag che nell’attuale era di profonda decarbonizzazione della produzione siderurgica ha assunto una rinnovata importanza. Per le tecnologie Electroslag, tra cui la raffinazione Electroslag e la saldatura Electroslag, il Paton Institute di Kiev è noto come l’istituto di ricerca leader in tutto il mondo. I professori Stovpchenko e Medovar sono visti come leader che collegano la ricerca accademica e la pratica industriale”.

Ma come è nata l’iniziativa? “Ganna Stovpchenko seguiva il corso online del professor Bhadeshia di Cambridge organizzato dall’Università inglese insieme a quella di Udine – racconta Miani – Considerato quello che stava succedendo in Ucraina ho cercato di capire se potevamo fare qualcosa. Grazie al supporto della Danieli e di Confindustria Udine, è poi emersa la necessità di fornire un aiuto anche al collega e marito Lev Medovar. Dopo una settimana di pesanti bombardamenti – continua Miani -, i due docenti sono riusciti a fuggire con la loro famiglia, composta dalla figlia, dal marito e dai loro tre bambini di 6, 8 e 10 anni, da Bucha, nei pressi di Kiev, fra le prime località ad essere attaccate dall’esercito russo, a causa della sua ubicazione nella zona dell’aeroporto Antonov di Gostomel.”. La famiglia, una volta raggiunta Leopoli, ha proseguito il viaggio attraverso Polonia, Slovacchia e Austria.

Nel frattempo l’Università ha attivato la procedura di accoglienza, con la collaborazione del professor Piussi, che ha generosamente messo a disposizione la sua “Casa Gialla” a Tricesimo. A quest’ultima è legata un’altra storia di solidarietà, risalente alla Seconda guerra mondiale, che lega le famiglie Piussi e i Miani.

I due docenti ucraini sono stati accolti a palazzo Maseri dal rettore e dai professori Alberti, Miani e Piussi. “L’Università di Udine si è subito detta pronta a rispondere all’appello lanciato in favore delle popolazioni che soffrono a causa della guerra – sottolineano il rettore Pinton e il delegato Alberti– Questa specifica iniziativa si aggiunge a quelle previste dal piano condiviso e coordinato dalla nostra Regione, che prevede un progetto di accoglienza di studenti e ricercatori ucraini tra le sedi universitarie del Friuli Venezia Giulia”.