A Udine i progetti sullo sport come strumento di inclusione.
Si è conclusa con risultati concreti e un impatto significativo la prima edizione del bando “Sport per il Sociale”, promosso dal Comune di Udine per finanziare attività sportive con finalità educative e inclusive. Quattro i progetti selezionati e sostenuti con circa 60.000 euro, tutti rivolti a persone in condizioni di fragilità, tra cui persone seguite dai servizi di salute mentale e minori stranieri non accompagnati.
L’obiettivo dichiarato è chiaro: “Usare lo sport come leva per promuovere crescita personale, relazioni solide e benessere sociale”, come ha sottolineato l’assessora allo sport Chiara Dazzan, che ha fortemente voluto questa iniziativa.
Sport e integrazione: i progetti e i risultati
Tra le esperienze più emblematiche spicca “Spazi all’inCirca”, progetto ideato dall’associazione Circo all’inCirca, che ha coinvolto una ventina di giovani adulti seguiti dal Centro di Salute Mentale di Udine. Attraverso laboratori di circo sociale, danza, uso del fuoco ed esercizi di equilibrio, i partecipanti hanno potuto esplorare il linguaggio del corpo in un ambiente collaborativo e non giudicante, migliorando il proprio equilibrio psicofisico.
Il progetto “Bale Mate” dell’APD Rizzi ha scelto la pallavolo come strumento educativo rivolto a persone seguite dai servizi di salute mentale. Grazie ad allenamenti regolari e tornei che hanno visto la partecipazione anche di altre associazioni e appassionati, si sono consolidate inclusione, autostima e autodeterminazione, contribuendo a ridurre lo stigma sociale.
“Skate & Skills”, promosso da Fareskate ASD, ha interessato una ventina di minori stranieri non accompagnati ospitati all’Istituto Salesiano “Bearzi”. Un percorso multidisciplinare che ha unito sport, artigianato e lingua italiana, coinvolgendo i ragazzi nell’apprendimento dello skateboard, nella costruzione di una rampa e in laboratori di falegnameria e street art, valorizzando abilità manuali e creative.
Infine, “Tutto e di più con TA.BU.” ha coinvolto una trentina di ragazzi della comunità educativa Hannah House in attività varie come nuoto, calcio, parkour e corsi di primo soccorso, inclusa la rianimazione e l’uso del defibrillatore. L’iniziativa ha promosso stili di vita sani e l’integrazione sociale attraverso il gioco, con alcuni partecipanti che hanno addirittura conseguito il brevetto per l’utilizzo dei dispositivi salvavita.
Uno sguardo al futuro: verso la seconda edizione
I risultati ottenuti e il forte coinvolgimento delle associazioni del territorio spingono l’amministrazione comunale a valutare una seconda edizione del bando, con l’obiettivo di consolidare e ampliare il progetto, investendo ulteriormente su sport e inclusione.
“Lo sport è uno straordinario strumento per abbattere barriere, costruire legami e offrire opportunità a chi vive situazioni di fragilità,” ha dichiarato l’assessora Dazzan. “Sono orgogliosa della risposta delle associazioni sportive del territorio, che hanno mostrato creatività, competenza e spirito di servizio. Progetti come quelli realizzati dimostrano che, attraverso la sinergia tra sport e mondo educativo, è possibile generare un impatto concreto su temi fondamentali come integrazione e salute mentale. Il coinvolgimento di partner esperti nella formazione e nell’educazione è stato un valore aggiunto imprescindibile.”