Si consegnarono per salvare il paese: pietre d’inciampo per i partigiani di Forni Avoltri

Le pietre d’inciampo a Forni Avoltri sono le prime della Carnia.

Undici nomi, undici vite spezzate troppo presto, undici storie di coraggio e sacrificio: a partire da lunedì 5 maggio anche la Carnia avrà le sue prime pietre d’inciampo, simbolo europeo della memoria civile; verranno posate a Forni Avoltri, nel piazzale del municipio, per ricordare i giovani partigiani del paese deportati e uccisi nei campi di sterminio nazisti.

Le pietre – realizzate secondo il progetto artistico e memoriale europeo dell’artista tedesco Gunter Demnig – riporteranno i nomi di Mario Caneva, Primo Ersilio Del Fabbro, Tullio Pallober, Gildo Romanin, Guerrino Romanin, Guido Romanin, Silvio Romanin, Silvio Romanin di Girolamo, Mario Sotto Corona, Amedeo Tamussin e Lucio Vidale, tutti morti nel campo di concentramento di Mauthausen o nei suoi sottocampi. Uno di loro perse la vita proprio il 5 maggio del 1945, giorno della liberazione del lager.

Avevano tra i 18 e i 26 anni, lavoravano come boscaioli, muratori, meccanici, sarti. Le loro vite furono interrotte nel dicembre del 1944, quando, sotto la minaccia nazista di incendiare il paese, decisero di consegnarsi per evitare rappresaglie contro la popolazione. Dei 15 che si arresero, 11 non fecero più ritorno.

La cerimonia ufficiale si terrà alle 10.30 davanti al municipio, alla presenza delle autorità locali e dei cittadini. Subito dopo sarà inaugurata una mostra permanente dedicata a questi giovani presso il Museo etnografico e della Grande Guerra, affinché il loro sacrificio rimanga impresso nella memoria collettiva.