Si può coltivare l’orto nonostante le restrizioni da coronavirus? Un sindaco risolve “l’enigma”

La richiesta di un sindaco alla Protezione civile sulla coltivazione dell’orto.

Quanti possessori di un fazzoletto di terra sognano da tempo di coltivare l’orto? In molti, in questo periodo, si sono chiesti come comportarsi. Con gli spostamenti contingentati, e proibiti da un comune a un altro, la domanda è lecita. La questione non è stata ancora affrontata, per esempio nelle Faq regionali. Ma ci ha pensato un sindaco a sollevare la questione.

Ivan Buzzi, primo cittadino di Pontebba, ha scritto alla Protezione civile Fvg per avere chiarimenti “visto che molte persone – racconta – mi hanno chiesto se si possono fare i lavori negli orti, vista la stagione alle porte”. In attesa che arrivi un chiarimento da parte della Regione, a Buzzi è stato risposto che “per quanto riguarda la coltivazione dell’orto, si ritiene che questa attività costituisca una forma di approvvigionamento alimentare e che come tale rientri nei casi di necessità che giustificano lo spostamento”. Quindi, muoversi all’interno del proprio comune di residenza per coltivare l’orto è consentito. E molti potranno tirare un sospiro di sollievo. “Nei paesi di montagna, il campo o l’orto risultano una forma importante di integrazione del reddito familiare. A breve, poi, ci sarà il periodo di semina delle patate – aggiunge il sindaco di Pontebba – e se non si potesse fare, sarebbe una rinuncia importante in vista del prossimo inverno”.

E mentre la nuova ordinanza regionale tira in ballo la “manutenzione del verde su aree pubbliche e private”, Buzzi conclude con un monito: “Lo spostamento per andare nell’orto deve essere realmente motivato dalle attività agricole da eseguire e non deve essere il motivo per fare un giretto, magari con tutta la famiglia”. Autocertificazione e distanziamento sociale, insomma, restano delle prescrizioni da seguire.