Confini dal Friuli chiusi, tensioni con Austria e Slovenia: “Chiedano scusa”

La mancata apertura dei confini con il Friuli.

La mancata apertura dei confini negli Stati limitrofi al Friuli fa ancora discutere. E non mancano le polemiche per modi, tempistiche e anche scarsa incisività della politica nazionale per sbloccare la situazione.

Il primo affondo viene da Roberto Novelli, deputato di Forza Italia. “Tre mesi fa la Slovenia decise unilateralmente di chiudere i confini con l’Italia bloccando i varchi secondari con massi, sbarre, cumuli di sabbia. Blocchi, non ancora rimossi, che riportano indietro l’orologio della storia, ma che per una strana coincidenza non impediscono l’ingresso in Italia dei migranti della rotta balcanica. Tra qualche giorno – aggiunge Novelli – il ministro degli Esteri, Di Maio, si recherà a Lubiana per incontrare il suo omologo: ci aspettiamo che al termine del colloquio il ministro del piccolo stato confinante con l’Italia, prima ancora di comunicare qualsiasi decisione sulla riapertura dei confini, chieda scusa all’Italia e all’Europa per l’oltraggio rappresentato dai quei blocchi ai confini e per la presa in giro che la Slovenia perpetua da tempo facendo finta di bloccare l’ingresso dei migranti in Italia. Chieda inoltre conto – conclude il deputato – della solerzia dimostrata nel bloccare “pericolosi” escursionisti italiani, e con l’occasione ponga anche la questione dello squilibrio dei prezzi di carburante nelle aree di confine”.

L’Austria rimuove i controlli con tutti paesi confinanti tranne che con l’Italia; la Slovenia continua indisturbata a filtrare a suo piacimento gli ingressi italiani, salvo poi voltarsi dall’altra parte quando ad attraversare il confine con il Fvg sono i migranti”. Anche Sandra Savino, deputata e coordinatrice di Forza Italia Fvg, va all’attacco. “Inutile che il nostro ministro degli Esteri faccia la voce grossa dicendo che l’Italia non è un lazzaretto e pretendendo rispetto da parte dei paesi europei che ci chiudono la porta in faccia: i fatti dimostrano che la sua è una voce flebile e inascoltata, con il risultato che l’Italia sta continuando a subire un danno economico e d’immagine devastante. Non è più tempo di colloqui telefonici o incontri di cortesia: i prossimi appuntamenti con i suoi omologhi di numerosi stati europei diranno agli italiani se Di Maio ha il peso specifico per ricoprire quel ruolo”.