Il libro è tornato alla Biblioteca Civica J. Hortis di Trieste.
I Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Udine, nella giornata del 7 novembre 2025, nella cornice della Biblioteca Civica J. Hortis di Trieste, alla presenza dell’Assessore all’educazione del Comune di Trieste e della coordinatrice della Sezione Antica della Biblioteca Civica “J. Hortis” di Trieste e del Sistema Bibliotecario Giuliano, hanno riconsegnato alla municipalità triestina un volume a stampa in lingua francese del 1855, denominato “Percement de l’Isthme de Suez” (Perforazione dell’istmo di Suez), scomparso dal patrimonio archivistico del sistema bibliotecario civico in circostanze ignote ed apparso su un canale di vendita on-line.
Il libro, classificabile quale “bene bibliografico” e tutelato dalla vigente normativa specifica in quanto, non solo di produzione antecedente a 70 anni ma parte integrante di una collezione libraria di Ente Pubblico, era corredato da una targhetta cartacea e da diversi timbri della ex “Società per la lettura popolare di Trieste”, soppressa nel 1910 e il cui patrimonio librario è dapprima confluito nelle Biblioteche Popolari di Trieste e, successivamente, nelle Biblioteche Civiche dello stesso capoluogo giuliano, tutt’oggi attive.
Le indagini e il ritrovamento.
Già dall’ottobre del 2024, l’azione di monitoraggio del web operata dai Carabinieri TPC di Udine, focalizzata alla repressione dei reati afferenti i beni culturali di tipo bibliografico, aveva permesso di individuare su una nota piattaforma di e-commerce il volume in questione – assieme a molti altri che presentavano ex libris e timbri di Enti pubblici del Friuli Venezia Giulia – il quale risultava pubblicizzato per la vendita da un negozio di modernariato/vintage attivo a Udine, luogo ove appunto il bene si trovava.
I preliminari accertamenti sul tomo, svolti con l’ausilio del personale delle Civiche Biblioteche di Trieste, hanno immediatamente permesso di verificare l’assenza di correlati documenti e di comparare i timbri presenti su di esso ad altri identici rinvenuti su altri volumi già regolarmente custoditi proprio in quelle Civiche Biblioteche. Inoltre, sul frontespizio del libro è stato possibile individuare un ulteriore numero di inventario riferito ai depositi del summenzionato Ente.
L’immediata condivisione della vicenda con la competente Procura della Repubblica presso il Tribunale di Udine e l’emissione di provvedimento di sequestro, ha dunque permesso di recuperare il bene, assieme a molti altri, evitandone l’ulteriore dispersione e, infine, di destinarlo all’Ente legittimo avente diritto.
L’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Udine ha inoltre messo in luce che il materiale librario sequestrato si trovava in vendita per conto di un privato cittadino udinese che, a sua volta, l’aveva reperito presso una libreria triestina oggi non più attiva. I numerosi passaggi di vendita occorsi durante un esteso lasso temporale hanno orientato l’Autorità Giudiziaria a ritenere i soggetti coinvolti quali possessori in buona fede.
La restituzione.
Le Civiche Biblioteche di Trieste hanno così potuto ricollocare nel patrimonio della collettività una testimonianza storica non solo relativa alle collezioni librarie delle Biblioteche Popolari – attive sino ai primi anni del 900 – ma anche un libro il cui argomento risulta strettamente legato alle vicende della Trieste asburgica e alla figura di Pasquale Revoltella, imprenditore veneziano trasferitosi a Trieste, al quale risulta persino intitolato il più grande museo civico della città.
L’impegno del Revoltella fu determinante, infatti, per l’apertura del canale di Suez, evento cruciale per lo sviluppo economico e marittimo/commerciale di Trieste. Basti pensare che, per il suo contributo, Revoltella venne nominato vicepresidente della Compagnia universale del Canale di Suez e, pochi anni prima della sua morte, nel 1867, ricevette il titolo di barone direttamente dall’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe.
L’attività dei Carabinieri TPC a beneficio del Comune di Trieste e della cittadinanza testimonia il costante impegno di questa specialità dell’Arma per il recupero di quei beni bibliografici, identitari del territorio, dispersi in circostanze non note e che vengono distrattamente immessi in commercio senza la consapevolezza circa la provenienza da una istituzione locale. Essi rappresentano non solo veri e propri beni culturali tutelati dalla normativa specifica ma offrono anche una visione storico-sociale del territorio – nella circostanza della Trieste di inizio XIX sec – e del sistema bibliotecario dell’epoca, elemento che ne evidenzia l’importanza circa il loro “ritorno a casa”.




