Addio a Gianfranco D’Aronco, il padre dell’autonomismo friulano

Morto a Udine a 99 anni Gianfranco D’Aronco.

È morto al policlinico di Udine il professor Gianfranco D’Aronco, padre dell’autonomismo friulano. Nato a Udine il 19 ottobre del 1920, da genitori gemonesi, D’Aronco aveva 99 anni ed è stato un grande intellettuale votato fin da giovane alla causa dell’autonomismo friulano.

Era considerato uno dei maggiori critici e conoscitori della letteratura e della cultura friulane, ricevendo anche molti riconoscimenti tra cui nel 1964 e nel 1973 il premio della Presidenza del Consiglio. Aveva fatto parte del gruppo di studi etnografici istituiti dal Comitato per la cooperazione culturale del Consiglio d’Europa come unico rappresentante per l’Italia. Era stato anche socio fondatore della Societé internationale d’ethnologie di Parigi e membro dell’International society for folk-narrative research di Göttingen.

Nel 1947, assieme ad altri intellettuali friulani tra cui Pier Paolo Pasolini e Chino Ermacora, aveva fondato il Movimento popolare friulano a sostegno dell’autonomia della regione. Nel 1950 era entrato nella Democrazia Cristiana, continuando a partecipare alla lotta costituzionale per la regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, che contrapponeva le istanze dell’autonomismo friulano e triestino. Parallelamente, era anche diventato insegnante universitario, prima alla Cattolica di Milano, poi a Padova e infine a Trieste, con la cattedra ordinaria di storia delle tradizioni popolari e di filologia romanza.

Nel 2017, aveva ricevuto la laurea ad honorem in italianistica dell’Università di Udine. Un tributo “per il rilevante contributo da lui arrecato alla vita culturale, politica e istituzionale del Friuli, per oltre un settantennio di seguito al Secondo Conflitto Mondiale e per gli spiccati meriti accademici e scientifici espressi nell’instancabile opera di docenza e ricerca universitaria, nonché di comunicazione culturale; inoltre, per il ruolo primario nella proposta e realizzazione di un ateneo friulano, con sede a Udine”, recita la motivazione.

Anche il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, ha voluto ricordare lo studioso, affermando che “oggi se n’è andato un gigante del nostro Friuli”. “Rimane, però, la sua eredità fatta di grandi battaglie, come l’idea di istituire una Regione friulana sulla base della nostra unicità storica, culturale e linguistica, e di una produzione intellettuale che ancora oggi serve da vera e propria bussola per chiunque, in qualunque regione d’Europa, sia impegnato nella difficile sfida dell’autonomismo”, ha concluso.