Raccontare le bellezze e le criticità del Friuli: il concorso fotografico

L’iniziativa dell’Università di Udine.

Raccontare attraverso la fotografia la bellezza dei paesaggi naturali del Friuli Venezia Giulia o le situazioni di criticità nelle aree naturali, urbane e industriali regionali. È l’obiettivo del concorso fotografico, con scadenza venerdì 30 novembre, rivolto agli amanti della fotografia, professionisti e non, lanciato dai geografi del Dipartimento di Lingue e letterature, comunicazione, formazione e società (Dill) dell’Università di Udine nell’ambito delle attività previste dal progetto di ricerca “Paride – I PAesaggi del RIschio e del DEgrado in Friuli Venezia Giulia”.

Agli autori delle opere classificate prime in ciascuna delle quattro sezioni del contest (paesaggi naturali di qualità, degrado in aree naturali, degrado in quartieri urbani e nelle periferie, degrado e abbandono di aree commerciali ed industriali) saranno regalate delle pubblicazioni di carattere fotografico. Le foto classificate in ciascuna sezione fra le prime dieci saranno stampate ed esposte in mostra nelle sedi dell’Università di Udine. Tutte le foto che parteciperanno al concorso saranno pubblicate online.

L’iniziativa, oltre a incoraggiare l’espressività artistica e tecnica delle persone che vivono o frequentano il Friuli Venezia Giulia, si propone come un’occasione per promuovere una riflessione sullo stato presente del paesaggio e la co-produzione di conoscenza geografica. Ai partecipanti, infatti, è richiesta la compilazione di un questionario sulle tematiche del progetto di ricerca.

“Il concorso – spiega – sottolinea Gian Pietro. Zaccomer, ricercatore del Dill e presidente della commissione del concorso – è stato pensato per dare la possibilità a tutti di mostrare i luoghi di qualità, del rischio e del degrado presenti nella nostra vita poiché una fotografia è sovente più esplicativa di altri linguaggi”.

“Il paesaggio, con i campi, gli insediamenti produttivi, le vie di comunicazione, le abitazioni, i segni dell’uomo e della natura, riflette – precisa Mauro Pascolini, coordinatore del progetto – quello che nel corso del tempo l’uomo ha prodotto nel territorio. Il paesaggio può lasciare all’osservatore una sensazione di qualità estetica, di bellezza, di equilibrio delle componenti; oppure può suscitare delusione, smarrimento, sconcerto quando emerge prepotente il degrado, l’abbandono, l’incuria che possono derivare dalla difficile convivenza fra contesto naturale e le attività umane. Tutte queste percezione possono essere immortalate in una immagine, in una fotografia”.

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