Le radici italiane dell’elettrochimica

L’elettrochimica (ossia lo studio di come l’energia chimica si trasformi in energia elettrica e viceversa) ha delle radici profondamente italiane. Oggi molte aziende utilizzano le proprietà dell’elettrochimica per prevenire la corrosione dei metalli e per la fabbricazione di pile e di accumulatori. È opportuno quindi ripercorrere i principali passaggi storici dell’elettrochimica prima di specificare come si componga il tessuto produttivo italiano con riguardo alla metallurgia e alla chimica.

La storia dell’elettrochimica

Si incomincia a parlare della storia dell’elettrochimica grazie a due scienziati abbastanza noti nella cultura popolare italiana: Alessandro Volta (che qualcuno ricorderà in quanto il suo volto era presente sulla banconota da 10.000 lire) e Luigi Galvani (da cui prendono nome diversi termini come Galvanometro, Galvanoplastica e Galvanismo). In particolare, Galvani (con il famoso esperimento tramite cui fece passare elettricità per i muscoli di una rana dissezionata) ipotizzò l’esistenza dell’elettricità animale pensando che i muscoli disponessero di una certa elettricità in maniera autonoma. A questo si contrappose la tesi di Alessandro Volta che invece riteneva la causa della contrazione muscolare fosse dovuta all’elettricità metallica che veniva generata dal contatto di metalli differenti tra loro.

Per dimostrare l’esistenza di questa elettricità Volta disegnò successivamente la “Pila di Volta”, ossia un dispositivo composto da diversi dischi di rame e zinco separati da dischi di cartone imbevuti in una soluzione acquosa da cui si poteva estrarre elettricità.

Tale scoperta, in seguito, avrebbe fornito uno strumento grazie al quale due scienziati inglesi (Nicholson e Carlisle) scoprirono l’elettrolisi, ossia il processo di separazione di due elementi grazie all’applicazione dell’elettricità. In particolare, venne osservata la separazione dell’acqua nei suoi due elementi principali: l’idrogeno e l’ossigeno. Grazie all’applicazione di tale scoperta uno scienziato tedesco (Johann Wilhelm Ritter) scoprì la galvanoplastica che consiste nel deposito degli ioni dissolti di un materiale sull’elettrodo che vanno a formare un sottile strato sulla superficie. Oggi tale tecnica viene utilizzata nel campo industriale (maggiori informazioni sono recuperabili sul sito www.egal.it).

Ulteriori sviluppi nel mondo dell’elettorchimica avvennero successivamente alla creazione del motore a scoppio, il quale richiese per l’industrializzazione dell’automobile la creazione di un accumulatore piombo-acido (che troviamo oggigiorno nelle automobili e chiamiamo gergalmente batterie delle auto).

Successivamente la storia dell’elettrochimica ha visto numerosi sviluppi, tra cui le batterie al litio oggi famose per gli svariati utilizzi e la lunga durata, e probabilmente note per il loro largo utilizzo nelle macchine elettriche. Molto probabilmente il futuro riserverà un ruolo fondamentale per questa disciplina che ha contribuito allo sviluppo industriale di molti paesi compresa l’Italia, dove oggi il settore chimico e il settore metallurgico utilizzano varie delle scoperte collegate all’elettrochimica.

Il settore della chimica in Italia

L’Italia in Europa è il terzo produttore chimico con un valore della produzione di circa 55 miliardi di euro (nel 2019 che diventano 89 miliardi se si include anche la farmaceutica). Il tessuto produttivo italiano conta oltre 2.800 imprese chimiche con quasi 3.800 stabilimenti e 112 mila addetti.

Il settore metallurgico in Italia

Il settore metallurgico sul territorio italiano conta la presenza di circa 5.000 aziende. Si tratta di un dato importante, se si considera la carenza strutturale dell’economia italiana nel settore energetico: la bilancia commerciale italiana beneficia un riequilibrio grazie alla produttività di questo settore. La ricerca di nuove metodologie nella lavorazione dei metalli, considerando il momento di espansione della domanda, rappresenta un elemento fondamentale per il settore industriale italiano.

Probabilmente ci si riflette poco a volte, ma la maggior parte delle piccole e grandi realtà del tessuto produttivo italiano utilizzano grazie alle moderne tecnologie le scoperte scientifiche collegate all’elettrochimica fatte nel passato. Molte di esse, come ricapitolato in precedenza con grande orgoglio, hanno radici profondamente italiane.