Udine, uomo in fuga dopo la sparatoria tra famiglie nomadi: cosa sappiamo finora

Il punto sulla sparatoria avvenuta ieri sera in via della Roggia a Udine.

È ancora in fuga l’uomo ritenuto responsabile della sparatoria avvenuta ieri sera, martedì 11 novembre, in via della Roggia, nella zona del macello, a Udine. Il fatto è accaduto attorno alle 18, nell’area del complesso di palazzi Ater tra i civici 5 e 9, a pochi passi dalla chiesa di San Rocco.

Secondo quanto ricostruito dalla Squadra Mobile della Questura, tutto sarebbe iniziato da un violento diverbio tra due famiglie nomadi: da una parte un padre con i suoi due figli, dall’altra due fratelli. La lite, nata fuori dal locale “Cafè Decò”, per motivi ancora da chiarire, sarebbe presto degenerata. Durante la discussione, uno dei presenti avrebbe puntato un taglierino alla gola di un rivale. Poco dopo sono sopraggiunti altri familiari, richiamati dalle urla. Le tensioni sono esplose e uno dei cinque uomini coinvolti ha estratto una pistola, esplodendo una decina di colpi.

Sul posto sono stati ritrovati almeno dieci bossoli. Quattro le persone ferite, tre delle quali in modo grave: si tratta di uomini di 23, 28, 38 e 50 anni, colpiti all’addome, alle gambe e ai glutei. Tutti sono stati trasportati in ambulanza all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, dove il 23enne si trova in terapia intensiva. Il quarto ferito, fratello dello sparatore, ha raggiunto il pronto soccorso autonomamente: le sue condizioni non destano preoccupazione.

Sul posto sono intervenuti polizia, carabinieri, polizia scientifica e vigili del fuoco, che hanno illuminato l’area per consentire i rilievi. L’intera zona è stata transennata fino a tarda sera. Secondo i primi accertamenti, lo sparatore – la cui identità sarebbe nota agli investigatori – avrebbe mirato alle gambe, forse con l’intenzione di ferire e non di uccidere. Tuttavia, gli inquirenti non escludono che anche l’altra fazione fosse armata.

La polizia sta cercando il fuggitivo nei campi nomadi cittadini e nelle aree limitrofe. Il movente è ancora in fase di accertamento, ma tra le ipotesi al vaglio c’è anche quella di un possibile regolamento di conti.