Stipendi in ritardo da mesi, ma la Cia Multiservizi di Udine rassicura i lavoratori

La protesta dei lavoratori di Cia Multiservizi Udine.

Negli ultimi mesi hanno ricevuto lo stipendio soltanto in parte. E ora hanno deciso di rendere pubblica la loro situazione, nella speranza che la vicenda si sblocchi.

Protagonisti sono i lavoratori subordinati e i dipendenti amministrativi della Cia Multiservizi di Udine. Si tratta di figure professionali che si occupano di fornire servizi amministrativi, in genere agli associati del settore, aiutandoli nello svolgimento di pratiche relative a bilanci, dichiarazioni dei redditi, successioni, buste paga e altre incombenze. Cia (Confederazione italiana agricoltori) da tre mesi non versa loro gli stipendi, secondo quanto riporta il consulente del lavoro Simone Tutino, che segue i lavoratori creditori. E ora, i collaboratori di Cia Multiservizi sono in subbuglio.

“Aprendo il sito internet della Cia questo recita “diamo valore alla terra”, quindi l’invito che viene rivolto al datore di lavoro è di dare “valore alle persone, e quindi ai dipendenti che operano” è il messaggio di Tutino. Secondo quanto ricostruisce quest’ultimo, manca il saldo degli emolumenti di febbraio – è stato percepito soltanto un acconto -, marzo, aprile e maggio. “E la società nonostante le problematiche Covid-19 non ha nemmeno attivato la cassa integrazione. Questo significa – evidenzia il consulente – che le maestranze sono state impegnate, tranne qualche giorno di lockdown”.

Sulla vicenda, Tutino ha interessato più volte l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Udine e l’Inps, poiché ci potrebbero essere gli estremi per un licenziamento per giusta causa che comporterebbe poi una Naspi a carico dello Stato e quindi con risorse pubbliche. “Tutto appare molto strano – aggiunge il professionista -, e quindi si stanno valutando diverse azioni da intraprendere anche quella di eventualmente formalizzare un esposto alla Procura della Repubblica affinché venga valutato se l’organizzazione Cia si trovi in una eventuale condizione di decozione o meno per un fallimento d’ufficio. In questo periodo, stante il Covid-19 sino a fine giugno 2020 sono sospesi i fallimenti – come da Dpcm – se non quelli disposti dal pubblico ministero”.

Lo Studio Tutino, precisa che sul fatto – trattandosi di servizi – si potrebbe eccepire la solidarietà sancita dal Codice Civile e da apposito Decreto legislativo in materia di lavoro. Pertanto, anche i clienti finali, in quanto utilizzatori dei servizi, potrebbero essere citati in solidarietà su quanto dovuto ai lavoratori per stipendi e contributi.

Proprio ieri abbiamo pagato la parte mancante di febbraio e la prima metà di marzo. Stiamo provvedendo a saldare il dovuto ed entro le prossime settimane il problema rientrerà“. Così Luca Bulfone, direttore della Cia di Udine, fa chiarezza sulla vicenda dei pagamenti in ritardo ai dipendenti. “Purtroppo – aggiunge – abbiamo dovuto fare i conti con il Covid e la nostra normale ciclicità, coincisa con un calo di liquidità. Nel precedente periodo, le domande degli agricoltori erano “spente” e questo aveva creato problemi anche a noi. Ma ora è tutto rientrato”.

Bulfone nega che il personale sia in subbuglio. “Sono venuti tutti da me a testimoniare la loro solidarietà. Hanno il cuore grande e si vede quanto ci tengano alla Cia. Il loro pazientare è encomiabile. Da quanto so, soltanto una persona si è rivolta all’Ispettorato del Lavoro. Il resto attende, mostrando amore per la nostra realtà”. Sul mancato ricorso alla cassa integrazione, aggiunge che “non vi abbiamo fatto ricorso proprio per mantenere l’indispensabile attività di back office. I frutti di questa scelta si vedono ora. Quando si incassa – conclude il direttore – la prima cosa è pagare i dipendenti. Nelle prossime settimane arriveranno i soldi“.