La castellana, la serpe e il tesoro del castello di Polcenigo

Una leggenda molto antica racconta che, nel castello di Polcenigo, abitava un cavaliere castellano molto innamorato di sua moglie, ma molto triste perché non era ricambiato. Il cavaliere, sempre più triste, per soffocare il suo dolore, trascorreva intere giornate a caccia nei boschi, rientrando al castello solo a tarda ora.

La leggenda racconta.

Un giorno, sorpreso da un forte temporale, chiese ospitalità in una casa dove abitava un boscaiolo con la sua famiglia, composta dalla moglie, due figli e una bella figlia dai capelli color dell’oro di nome Mafalda.

Il cavaliere ritornò alla casa del boscaiolo anche nei giorni successivi, perché si era innamorato della bella Mafalda che, in breve tempo, diede alla luce un bambino.

L’ira della castellana.

La castellana, venuta a conoscenza della storia d’amore di suo marito con la ragazza, invasa dai fumi della gelosia e dell’invidia, andò su tutte le furie e pensò di chiedere consiglio ad una maga di Cercivento.

La maga, ascoltata la storia, diede alla castellana uno spillo d’oro e un unguento velenosissimo, che lei stessa aveva preparato la notte del Sabba. Un giorno, la castellana riuscì ad intrufolarsi di soppiatto nella casa di Mafalda, punse l’orecchio dell’infante con l’unguento e, furtivamente com’era, arrivata se ne andò.

La maledizione.

Mafalda, ritornata a casa e trovando il bimbo morto, disperata, pianse per molto tempo. Il cavaliere, scoperto il delitto, non ebbe dubbi su chi fosse l’autrice: andò al castello e spinse la castellana lungo il colle dicendole: “Serpente che sei, che tu sia maledetta”.

La castellana, trasformata in serpe, da quel giorno striscia tra erbe, sassi e cespugli sul colle del castello, trascinandosi dietro un mazzo di chiavi fissate al collo con un nastro giallo. Sono le chiavi dei forzieri colmi di grandi tesori nascosti murati da qualche parte del castello. Su una delle chiavi, è indicato il luogo dove il tesoro è nascosto.