Senza supermercato e farmacia, come si vive a Dogna la quarantena

Dogna senza alimentari e farmacia: spostamenti obbligati.

In tempi di limitazioni per il contrasto al Coronavirus, la vita nei piccoli paesi è ancor più complicata. Se, in città come nei centri di media dimensione, servizi essenziali e negozi non mancano, nei centri di periferia talvolta l’approvvigionamento è complicato e il senso di isolamento è più forte. Ci sono Comuni, infatti, dove manca anche il negozio di alimentari, oppure distanti alcuni chilometri dalle farmacie più vicine. E spesso, è assente anche il ‘tradizionale’ bancomat. Uno dei luoghi più penalizzati dal Coronavirus è Dogna.

Il piccolo Comune del Canal del Ferro, che conta appena 156 abitanti, non ha all’interno del suo territorio né un negozio di alimentari, né la farmacia. “Per entrambi i servizi – racconta il sindaco, Simone Peruzzi – è necessario spostarsi a Chiusaforte o a Pontebba. Per fortuna, però, in paese ci si sta aiutando: i più giovani chiedono sempre agli anziani se abbiano bisogno di qualcosa e quando si spostano per fare acquisti li fanno pure per altre persone. Anche per questo non è stato necessario attivare il servizio di consegna a domicilio dei pasti. Sono fiero della mia comunità: è molto matura”. Per fortuna, qui arriva due volte a settimana un medico di base a garantire un servizio.

La pandemia da Covid-19 ha messo i bastoni tra le ruote all’amministrazione. Per ridare vitalità a Dogna, il primo cittadino stava concretizzando un progetto importante: “C’è rammarico, stavo lavorando per dotare il paese di un negozio polifunzionale che vendesse alimentari e non soltanto – sottolinea -. Avevo già pronto il bando ad hoc per ridare un servizio di prossimità. Ma a causa del Coronavirus si è fermato tutto”.

Le limitazioni, per i dognesi, si stanno facendo sentire anche sotto un altro punto di vista. “In molti – fa notare Peruzzi – provano disagio perché non possono coltivare l’orto, spesso distante dall’abitazione di proprietà. C’è insofferenza per non potersi muovere di casa, soprattutto con le belle giornate. Gli spostamenti? Eravamo già abituati a essere un Comune isolato, dal quale ci si deve muovere per motivi di lavoro o per fare la spesa. Ma il non poter uscire e il sentimento di paura che aleggia sono difficili da sopportare”.