Nei primi nove mesi del 2025 il numero di occupati in Friuli Venezia Giulia stimato dall’Istat è in media pari a 525.800 unità, 1.800 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (-0,3%). La diminuzione osservata ha riguardato quasi esclusivamente la componente femminile (-1.600 su base annua, pari a -0,6%), mentre l’occupazione maschile risulta sostanzialmente stabile (-0,1%).
Lo rende noto il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo, che spiega che il calo si è inoltre concentrato sul lavoro indipendente (-5.300 unità, pari a -5,1%), in quanto l’occupazione dipendente registra un apprezzabile aumento (+3.500 unità, pari a +0,8%). Si ricorda che il lavoro indipendente comprende: i lavoratori autonomi, i liberi professionisti, i collaboratori, i prestatori d’opera occasionali e gli imprenditori. Per quanto riguarda i settori, il risultato positivo dell’industria (+7.300 occupati su base annua) compensa il deciso calo registrato nell’edilizia (-5.600 unità), che fa seguito al ridimensionamento dei generosi incentivi fiscali degli anni precedenti. Sono diminuiti anche gli occupati nel settore primario (-1.900 unità), mentre nei servizi si registrano dei livelli occupazionali quasi analoghi quelli dell’anno scorso.
Aumentano disoccupazione e inattività
Il tasso di occupazione regionale (calcolato nella fascia di età compresa tra 15 e 64 anni) nel terzo trimestre di quest’anno si è attestato al 69,5%, mantenendo un significativo divario di genere: 74,4% per i maschi contro il 64,6% delle femmine. Le persone in cerca di occupazione (tra 15 e 74 anni) sono 25.400 nei primi nove mesi del 2025, in crescita di 2.300 unità su base annuale; l’incremento maggiore si osserva per la componente maschile (+1.400). È in aumento anche il numero di uomini inattivi, ossia quelli che non lavorano e nemmeno sono attivamente alla ricerca di un nuovo impiego, con un’età compresa tra 15 e 64 anni (+2,8% su base annua, pari a 2.200 unità in più rispetto al 2024).
In calo il ricorso agli ammortizzatori sociali
Nel periodo gennaio-settembre 2025 sono state autorizzate 10,3 milioni di ore di cassa integrazione guadagni, contro gli 11,4 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente (-9,2%). Sono diminuiti soprattutto gli interventi ordinari (-12,2%), mentre è più stabile il numero di ore di cassa integrazione straordinaria richieste dalle imprese (-0,9%).
Le aperture di partite Iva sono in diminuzione
Sempre nei primi nove mesi del 2025 il numero di aperture di partite Iva in regione è stato pari a 6.677, un dato inferiore dell’1,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (-125 aperture); a livello nazionale si osserva una lieve diminuzione (-0,4%). L’area udinese presenta la flessione più marcata (-5,5%), Gorizia è l’unica che evidenzia un incremento sostenuto (+7%). Si ricorda che i dati statistici relativi alle aperture delle nuove partite Iva di imprese e professionisti sono quelli comunicati all’Amministrazione Finanziaria e memorizzati nelle banche dati dell’Anagrafe Tributaria. Le informazioni riguardanti le chiusure non vengono invece pubblicate perché non significative da un punto di vista economico, in quanto al momento della cessazione dell’attività spesso i contribuenti non adempiono all’obbligo di chiusura della partita Iva.
Export: In Friuli Venezia Giulia l’aumento più elevato a livello nazionale
Nonostante la forte incertezza che caratterizza il contesto internazionale, fa sapere ancora il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo, nei primi nove mesi del 2025 il valore delle vendite estere delle imprese del Friuli Venezia si è attestato a quasi 16 miliardi di euro, contro i 13 registrati nello stesso periodo dello scorso anno. La significativa crescita osservata, che ha sfiorato i 3 miliardi di euro (+22,5% in termini relativi), è stata la più elevate tra tutte le regioni italiane. A livello nazionale la variazione, nel complesso, è stata pari a +3,6%, nel Nordest si è osservata una crescita del +1,9%, come risultato di dinamiche contrapposte: Trentino-Alto Adige -1,5%, Veneto -0,6%, Emilia-Romagna +0,5%.
Il risultato è stato favorito dalla cantieristica navale
Il risultato positivo è stato determinato dall’andamento della cantieristica navale, caratterizzata, come è noto, da una elevata variabilità dell’export nel tempo. Nei primi nove mesi dello scorso anno le vendite di navi e imbarcazioni avevano totalizzato un valore di poco superiore a 1 miliardo di euro, mentre nello stesso periodo del 2025 hanno sfiorato quota 3,7 miliardi (pari ad un incremento del 245,6%). Anche al netto di questo comparto la variazione dell’export regionale si manterrebbe in ogni caso leggermente positiva (+2,6%).
Gli altri principali settori di specializzazione dell’economia del Friuli Venezia Giulia mostrano in genere dei risultati positivi in termine di vendite estere: è il caso della meccanica strumentale (+7,6%), dei mobili (+6,9%), dei prodotti alimentari e delle bevande (+8,6%) e degli apparecchi elettrici (+12,6%). Più stabile l’andamento della metallurgia (-1,8%), mentre il comparto che comprende computer, apparecchi elettronici e ottici presenta un notevole ridimensionamento (-46,5%, connesso all’area giuliana).
A livello territoriale l’incremento registrato nella cantieristica è attribuito interamente alla provincia di Trieste (+118,7%), per questo l’area isontina presenta una leggera diminuzione (-1,3%). La provincia di Udine registra un aumento pari a +2,3%, quella di Pordenone ottiene un risultato maggiormente positivo (+6,4%).
Aumentano soprattutto i flussi verso la Germania e gli Usa
In merito alle destinazioni geografiche dell’export delle imprese regionali, si osserva infine una crescita sostenuta dei flussi destinati alla Germania (+55,3%) e agli Stati Uniti (+67,5%) grazie alla cantieristica navale (l’attribuzione dipende dal Paese di riferimento della società). Tra i principali Paesi partner si segnala un calo delle esportazioni degno di nota solo verso la Polonia (-6,8%).




