Cinque anni senza Regeni, fissata la data del processo. L’appello di Mattarella

Cinque anni fa il rapimento di Giulio Regeni.

Sono passati cinque lunghi anni da quell’ultimo sms che Giulio Regeni inviò dall’Egitto dove si trovava. Poi nulla fino a quel terribile 3 febbraio quando il suo cadavere fu trovato tra Il Cairo e Alessandria. Cinque anni di silenzi, omertà, segreti di Stato, indagini che fino ad ora non hanno portato ancora a trovare un colpevole per dare un nome e soprattutto un perché alla morte del ricercatore friulano barbaramente torturato.

Nella triste ricorrenza, oggi anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha usato parole forti che da Roma sono indirizzate direttamente a Il Cairo. “L’azione della Procura della Repubblica di Roma, tra molte difficoltà – ha scritto il Presidente in un messaggio in occasione del quinto anniversario – , ha portato a conclusione indagini che hanno individuato un quadro di gravi responsabilità, che, presto, saranno sottoposte al vaglio di un processo, per le conseguenti sanzioni ai colpevoli. Ci attendiamo – ha concluso Mattarella– piena e adeguata risposta da parte delle autorità egiziane, sollecitate a questo fine, senza sosta, dalla nostra diplomazia”.

Nella giornata delle commemorazioni, il Capo dello Stato, rinnovando “sentimenti di vicinanza e solidarietà ai genitori di Giulio Regeni” afferma anche che “sono trascorsi cinque anni dal rapimento a Il Cairo di Giulio Regeni, poi torturato e barbaramente ucciso dai suoi spietati aguzzini. Un giovane italiano, impegnato nel completare il percorso di studi, ha visto crudelmente strappati i propri progetti di vita con una tale ferocia da infliggere una ferita assai profonda nell’animo di tutti gli italiani”.

Oggi, comunque, non è una ricorrenza come tutte le altre. Proprio nelle ultime ore, infatti, è stata fissata al 29 aprile l’udienza preliminare davanti al gup di Roma per i quattro agenti della National Security di Abdel Fattah al-Sisi per i quali i pm romani hanno chiesto il rinvio a giudizio.

Oggi è anche il giorno in cui il caso Regeni sarà discusso nel Consiglio degli Esteri Ue, dove alcune fonti riferiscono un ampio sostegno alle tesi italiane da parte di diversi ministri degli Esteri degli Stati membri che si sarebbero detti pronti ad aiutare l’Italia.

E sempre oggi, in serata, a Fiumicello è atteso anche il presidente della Camera, Roberto Fico, che ha confermato la sua presenza alla cerimonia di commemorazione che quest’anno, causa Covid, sarà ristretta a pochissime persone.

Il ricordo collettivo per Giulio si sposterà quindi sul web con la fiaccolata virtuale lanciata per oggi alle 19 dal liceo Petrarca di Trieste e dalla locale sezione di Amnesty International e alla quale sarà possibile partecipare iscrivendosi al link pubblicato nella home page del sito del liceo all’indirizzo http:www.liceopetrarcats.edu.it.

Altre fiaccole virtuali si accenderanno in rete con dei post su Facebook o dei tweet con cui chiedere #VeritaeGiustiziaperGiulio #StopAccordiconchiTortura e il #RichiamoAmbasciatore, taggando il presidente Conte, la Farnesina, il Ministro degli Esteri Di Maio e @GiulioSiamoNoi, che rilancerà sui social i vari contributi.

“Le parole del presidente Mattarella – fa sapere la senatrice Tatjana Rojc – esprimono senza ombre né incertezze le legittime richieste del nostro Paese alle autorità egiziane. Un appello che a cinque anni da quel brutale assassinio deve ancora trovare una risposta, in nome della giustizia, della sofferenza della famiglia e di una ferita ancora aperta nella coscienza di cittadini e istituzioni. Spero si faccia sempre sentire con forza una richiesta di verità, che superi gli steccati della politica e che con atti condivisi – aggiunge la senatrice – sia propugnata anche da quei Comuni e Regioni che hanno scelto di togliere dai loro palazzi i segni della solidarietà a Giulio Regeni”.