Al concorso per la formazione dei medici di famiglia si sono presentati 44 degli 80 iscritti.
La formazione dei medici di famiglia in Friuli Venezia Giulia fatica a decollare: dei 40 posti messi a concorso per il triennio 2025-2028, solo 44 dei 80 iscritti si sono presentati al test, e si stima che appena una ventina intraprenderà effettivamente il percorso. Un segnale che conferma come la professione fatichi a diventare attrattiva per i giovani medici.
La prova si è svolta martedì nell’auditorium dell’ospedale San Polo di Monfalcone, in contemporanea con il resto d’Italia, con 100 quesiti a risposta multipla da completare in due ore. Gli idonei potranno frequentare nel triennio 2025-28 almeno 4.800 ore di lezioni teoriche e pratiche, di cui due terzi dedicate ad attività in ambulatorio e in ospedale.
Il risultato mette in luce una criticità ormai strutturale: la riduzione del bacino di medici di famiglia disponibili a coprire i posti. Le borse di studio bandite dalla Regione sono state aumentate negli ultimi anni (da 20 a 40 e poi a 57 grazie ai fondi PNRR), ma il numero effettivo di assegnazioni resta in calo. In Friuli Venezia Giulia i medici attivi sono 760. Il tetto massimo di assistiti previsto è 1.575, ma può arrivare a 1.800 in caso di necessità.
Secondo gli osservatori, la scarsa attrattiva della medicina generale deriva dall’intenso carico di lavoro e dalla complessità delle mansioni, che comprendono visite ambulatoriali, domiciliari, assistenza nelle case di riposo e gestione della burocrazia extra ambulatoriale. La conseguenza è una persistente difficoltà a saturare i posti disponibili, con effetti diretti sulla copertura della popolazione.
L’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, pur condividendo la preoccupazione, sottolinea che il problema non è esclusivamente locale. I fondi e gli incentivi previsti nell’Accordo integrativo regionale, sebbene importanti, non bastano. La svolta potrebbe arrivare solo con il riconoscimento della medicina generale come scuola di specializzazione a tutti gli effetti, garantendo pari dignità formativa agli specialisti delle cure primarie.