Avvisi del consorzio di bonifica, il confronto con i cittadini: non mancano le polemiche

I cittadini hanno criticato la mancanza di informazione, mentre sul caso è stata presentata un’interrogazione in Regione.

Perché devo pagare un nuovo canone? Com’è stata calcolata la tariffa? Quali sono i benefici per la mia casa? Perché finora non ho mai ricevuto nulla dal Consorzio? Che cos’è il piano di classifica? Devo saldare entro fine febbraio o quello dell’Agenzia delle entrate è solo un avviso? Queste le domande più frequenti che i cittadini hanno posto stamani in un’affollata sala Valduga, in Camera di Commercio a Udine, ai rappresentanti del Consorzio di bonifica pianura friulana. Promossa dall’associazione Consumatori attivi, guidata dall’avvocato Barbara Puschiasis, l’assemblea è stata l’occasione per fornire chiarimenti ai nuovi contribuenti del territorio consortile, in particolare dei comuni di Povoletto, Remanzacco, Moimacco, Treppo grande, Buja e Faedis.

Il confronto.

Il direttore generale Armando di Nardo, con la presidente Rosanna Clocchiatti e i tecnici del consorzio, supportati dall’intervento del professore aggregato di Costruzioni idrauliche all’Università di Udine Matteo Nicolini – che ha collaborato per conto dell’università nella redazione dello studio per la  nuova classificazione dei bacini idraulici -, ha risposto alle domande dei presenti, in un  dibattito che a tratti ha assunto toni un po’ accesi.

Più che la legittimità del pagamento (la lettera arrivata nelle case è comunque solo un avviso, in cui si invita a pagare; solo in seguito giungerà la vera e propria cartella), i cittadini contestano la modalità: nessuno li aveva avvertiti. “In realtà abbiamo effettuato nel 2023 oltre 50 incontri sul territorio – ha risposto la presidente Clocchiatti -, e siamo a disposizione per spiegare la nostra mission sui temi dell’acqua e sulla tutela idraulica, e quindi i benefici per vecchi e nuovi consorziati, nell’ottica di un’attività continuativa di prevenzione per la messa in sicurezza del territorio e per proteggere le comunità insediate da alluvioni e allagamenti”.

La mancanza di informazione.

La collaborazione con le amministrazioni comunali e con il territorio è essenziale per l’attività consortile, ma evidentemente stavolta è mancato un passaggio: “Questo è l’ennesimo caso in cui i cittadini giustamente lamentano un vulnus nell’informazione a loro rivolta e che riguarda per altro nuovi oneri economici da dover sostenere – afferma Puschiasis -. Essenziale è la comunicazione tra amministrazioni territoriali e cittadini soprattutto se vi sono conseguenze economiche per i predetti. L’evidenza degli oltre 50 incontri tra Consorzio e amministrazioni comunali fa comprendere invece come al cittadino non siano poi state trasferite le necessarie informazioni, creando poi l’avviso di pagamento recapitato dall’agenzia della riscossione un grande allarme. L’incontro è stato un importante momento per dare risposte alle tantissime domande, e auspichiamo che anche i singoli comuni interessati si adoperino per fare ciò sui loro territori”.

Il direttore Di Nardo ha ribadito che le cartelle che giungeranno ai cittadini dopo il primo avviso “non hanno finalità di fare cassa. Anzi, i canoni 2024 sui lavori idraulici di manutenzione del territorio sono diminuiti del 12%, a fronte dell’aumento del numero di consorziati. E le 73mila utenze che pagavano i canoni del vecchio piano verseranno meno”. Il nuovo piano di classifica è stato aggiornato dopo quasi 20 anni: lo studio affidato dal Consorzio all’Università di Udine ha perimetrato le nuove zone di intervento dell’ente consortile per mitigare il rischio idrogeologico e prevenire esondazioni e allagamenti nel territorio. Prima della sua approvazione in Regione, è stato preceduto da una consultazione avvenuta nel 2023 nel territorio con incontri e il coinvolgimento delle istituzioni. E’ stato poi approvato all’unanimità dal consiglio dei delegati e pubblicato all’albo pretorio di tutti i Comuni per eventuali opposizioni e osservazioni (non pervenute).

Celotti presenta un interrogazione in regione: “Per imporre una tassazione va dimostrato il beneficio idraulico diretto”

“Nell’intricata situazione in cui si trovano migliaia di cittadini ci sono delle questioni da appianare, a partire dagli eventuali benefici diretti che gli immobili tassati avrebbero dall’attività del Consorzio bonifica pianura friulana”, afferma in una nota la consigliera regionale Manuela Celotti (Pd)

Per tale motivo, Celotti fa sapere di aver presentato un’interrogazione alla Giunta Fedriga chiedendo di ‘chiarire se all’interno del piano di classifica per il riparto degli oneri consortili del Consorzio Bonifica pianura friulana, le nuove imposizioni siano legittime in relazione al presupposto del beneficio diretto‘”.

“La norma è chiara – spiega l’esponente del Pd – e dice che per imporre una tassazione va dimostrato il beneficio idraulico diretto che l’immobile trae dalle opere di bonifica e dalla loro manutenzione. La legittimità a riscuotere la tassa, devono chiarirla la Giunta e il presidente Fedriga che hanno deliberato l’approvazione del Piano di classifica consortile e approvato il Piano di classifica per il riparto degli oneri. In queste settimane, sono arrivate ai cittadini migliaia di avvisi di pagamento da parte dell’Agenzia delle entrate per conto del Consorzio“.

“Appare evidente – conclude la consigliera di Opposizione – come anche emerso in questi giorni dalle testimonianze degli amministratori locali e delle associazioni dei consumatori, che la comunicazione non ha funzionato. Nessuno aveva compreso che al nuovo Piano di classifica corrispondono nuovi oneri per oltre 3.400 contribuenti. Un passaggio anche questo, in cui la Regione avrebbe potuto sicuramente fornire maggiore supporto per garantire una chiarezza che non c’è stata e che ancora va fatta fino in fondo”.

Liguori e Pozzo: E’ mancato il supporto della Regione”.

“Abbiamo constatato, ascoltando i molti interventi durante  gli incontri tenuti dal Consorzio per informare i comuni interessati, che i cittadini non erano a conoscenza e quindi non sapevano di dover pagare questa tassa con importi anche elevati”. Lo affermano in una nota i consiglieri regionali Simona Liguori di Patto per l’autonomia-Civica Fvg e Massimiliano Pozzo del Pd, presenti al convegno pubblico organizzato quest’oggi da Consumatori ativi assieme al Consorzio di Bonifica della Pianura Friulana, in sala Valduga a Udine: l’evento si è reso necessario a seguito della ricezione da parte di migliaia di cittadini del Fvg, di avvisi di pagamento per oneri di servizio entro il 29 febbraio, fatti recapitare dal Consorzio stesso.

“È mancato il supporto – concludono i consiglieri Liguori e Pozzo – a una campagna informativa capillare da parte della Regione, dopo l’approvazione del piano con decreto del presidente Fedriga, nei molti comuni interessati, soprattutto per far comprendere alla popolazione le motivazioni che hanno portato alla richiesta di esborso”.