La contrarietà dei sindaci all’ipotesi casse di espansione sul Tagliamento.
Tornano a farsi sentire i sindaci della media valle del Tagliamento dopo le recenti ipotesi, circolate sulla stampa, di una possibile riproposizione delle casse di espansione tra i ponti di Pinzano e Dignano. Un’idea che riporta indietro di oltre quindici anni la discussione sulla sicurezza del “re dei fiumi alpini”, e che suscita la ferma opposizione delle amministrazioni comunali di Ragogna e Pinzano al Tagliamento, già protagoniste della lunga mobilitazione che tra il 1999 e il 2013 portò all’abbandono del progetto.
“Sembra un gioco dell’oca”
“La questione della sicurezza del Tagliamento pare stia diventando come il gioco dell’oca – dichiarano i sindaci Claudio Maestra (Ragogna) ed Emiliano De Biasio (Pinzano) -. Giri e rigiri, e ci si ritrova sempre al punto di partenza“.
Dopo la proposta della diga di Pinzano, ricordano i primi cittadini, si era passati all’ipotesi di casse di espansione in alveo tra i ponti di Pinzano e Dignano, poi a una traversa, successivamente a nuove soluzioni più a valle. “Ora – osservano – sembra che si torni a discutere delle casse d’espansione proprio dove la popolazione, i tecnici e le istituzioni avevano già detto un chiaro no“.
“Un progetto già bocciato da scienza e istituzioni”
Nel comunicato congiunto, i due sindaci ricordano che “non sono bastati quindici anni di battaglie da parte dei Comuni di Ragogna, Pinzano, Dignano, San Daniele e Spilimbergo, e di intere comunità insorte contro un progetto devastante per il territorio e per il fiume”.
Richiamano anche la sentenza della Corte di Cassazione n. 27490 del 10 dicembre 2013, che aveva di fatto chiuso la vicenda, e la classificazione dell’area fluviale tra Pinzano e Dignano come Sito di Importanza Comunitaria (SIC), sottolineando che “Bruxelles non permetterà mai la realizzazione di opere tanto impattanti in un’area tutelata a livello europeo”.
“Pronti a difendere il fiume, non interessi economici”
Maestra e De Biasio ribadiscono che, se necessario, i territori sono pronti a mobilitarsi di nuovo:
“Siamo pronti a difendere non interessi economici, ma un fiume e un territorio che devono essere tutelati e trasmessi alle future generazioni come li abbiamo ricevuti dai nostri padri. Il Tagliamento ci viene invidiato e portato ad esempio in tutta Europa”.
I due sindaci ricordano come la messa in sicurezza del fiume non debba passare per grandi opere di cemento, ma per “interventi di ingegneria naturalistica, come da anni sostengono tecnici e studiosi di tutta Europa”.
Le amministrazioni di Ragogna e Pinzano, insieme ai comitati, alle associazioni ambientaliste e ai cittadini che da decenni difendono l’integrità del Tagliamento, si dicono dunque pronte a tornare in prima linea “contro la riproposizione delle devastanti casse di espansione”. Una battaglia che, sottolineano, “non riguarda solo la sicurezza idraulica, ma l’identità stessa di un territorio che nel suo fiume riconosce una parte della propria storia e del proprio futuro”.




