Industria friulana in frenata, tra cautela e incertezze: male arredo ed edilizia

L’andamento dell’industria in Friuli.

Nel terzo trimestre 2025 l’industria manifatturiera della provincia di Udine ha registrato un lieve arretramento della produzione rispetto ai tre mesi precedenti. È quanto emerge dall’indagine congiunturale dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine, che evidenzia come la flessione non sia del tutto stagionale, ma in parte legata alle performance delle singole filiere.

La produzione industriale segna una variazione congiunturale negativa del -2,4% rispetto al trimestre precedente e una flessione tendenziale dello -0,9% rispetto allo stesso periodo del 2024, meno intensa della rilevazione precedente. Anche le vendite mostrano un calo trimestrale (-3,1%), pur con un leggero incremento annuo (+0,4%), mentre l’export rimane sostanzialmente stabile, condizionato dall’apprezzamento dell’euro sui principali mercati extra-Ue. Gli ordinativi registrano un -4% sul trimestre aprile-giugno, ma risultano stabili su base annua (+0,1%).

Il mercato del lavoro mantiene un quadro di sostanziale tenuta, con l’occupazione in leggera crescita (+0,4%), grazie anche a politiche di mantenimento delle competenze e al turnover ordinario. Gli investimenti restano prudenti, concentrati principalmente su sostenibilità ambientale ed efficientamento energetico, senza evidenziare una spinta espansiva diffusa.

Andamento settoriale disomogeneo

I dati per comparto mostrano risultati differenti: la meccanica registra un -0,7% congiunturale (+0,2% tendenziale), la siderurgia -1,1% (-1,1%), il legno-arredo -11,4% (+1,7%), l’alimentare -3,7% (-6,0%), la carta -1,5% (+0,2%), gomma e plastica +2,0% (+5,0%), chimica -0,6% (+0,7%) e materiali da costruzione -11,7% (-1,8%).

Prospettive e contesto internazionale

Le aspettative produttive restano prudenti: l’84% delle aziende prevede stabilità nei prossimi mesi, il 9% un aumento e il 7% un calo. A supporto di questo clima di cautela, i costi energetici risultano più contenuti rispetto all’anno scorso e l’inflazione stabile (1,2% a ottobre), ma persistono incertezze legate alle politiche commerciali globali. La Germania, principale mercato per la manifattura friulana, mostra segnali di debolezza, mentre Francia e Spagna registrano performance più robuste.

Il commento di Confindustria Udine

Il presidente di Confindustria Udine, Luigino Pozzo, osserva che i dati non sorprendono in un contesto economico incerto. Per invertire il trend, secondo Pozzo, è necessario puntare su formazione, ricerca e sviluppo, energia sostenibile, riduzione del costo del lavoro e infrastrutture materiali e digitali. Solo un approccio condiviso tra imprese, istituzioni e lavoratori potrà rafforzare la competitività internazionale del territorio.

“La sfida richiede uno sforzo corale e una visione di lungo periodo – conclude Pozzo – Serve un vero e proprio Industrial deal che metta al centro l’industria e garantisca alle nuove generazioni un sistema produttivo solido e innovativo”.