Pochi medici, ancora disagi per i reparti di ortopedia di Gorizia e Monfalcone

Avviati nuovi concorsi per medici.

Oltre ad affrontare l’emergenza coronavirus, gli ospedali di Gorizia e Monfalcone hanno dovuto fare i conti con la carenza di medici. Mancanza questa che ha colpito soprattutto i reparti di chirurgia ortopedica. A confermarlo il vicegovernatore della Regione Riccardo Riccardi che sottolineato il completo riavvio dei due presidi entro la fine dell’estate.

“L’attuale organizzazione dell’attività – spiega Riccardi -, che prevede il
trasferimento di pazienti in attesa d’intervento all’ospedale di
Monfalcone, non è causata direttamente dalla riorganizzazione
delle strutture imposta dal coronavirus, ma dalla carenza di medici ortopedici. Questa è una conseguenza dalla sospensione dei concorsi disposta dal Governo a marzo per contenere la diffusione dei contagi.

Infatti, i provvedimenti nazionali hanno consentito alle aziende sanitarie di
attuare solo procedure di reclutamento per i professionisti impegnati direttamente nella battaglia contro il virus. Con la fine della prima fase della gestione dell’emergenza l’Asugi ha quindi avviato l’iter necessario a risolvere questa situazione”.

La mancanza di medici si fa sentire in particolare nella stagione estiva e, “per far fronte a questa situazione – continua il vicegovernatore – è già stato bandito un concorso per l’assunzione di nuovi ortopedici, al quale si sono candidati una quindicina di professionisti, le cui prove verranno espletate a fine luglio“. Inoltre, sono state avviate anche le procedure per attuare la selezione per i direttori delle strutture di oncologia e medicina, le quali sono considerate di rilievo nell’attuale e futura programmazione sanitaria.

“Tutte le strutture dell’azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina – conclude Riccardi – stanno gradualmente tornando alla normalità, ma la ripresa dei servizi deve avvenire nel rispetto degli standard di sicurezza, garantendo percorsi sicuri e seguendo procedure e protocolli definiti. L’impatto del coronavirus sul sistema sanitario regionale è stato molto forte e quindi, per non vanificare gli sforzi compiuti in oltre tre mesi di lotta al Covid-19, è necessario procedere con cautela al ripristino delle attività”.