Per la Festa del Sacrificio, musulmani in preghiera al Santuario della Marcellina di Monfalcone.
Circa quattromila fedeli di religione musulmana si sono riuniti nella mattinata di oggi presso l’area del Santuario della Marcellina di Monfalcone per celebrare la Festa del Sacrificio (Eid al-Adha), una delle principali ricorrenze del calendario islamico. La celebrazione si è svolta in modo ordinato, all’interno di uno spazio messo a disposizione per l’occasione. Durante l’allestimento dell’area, uno dei simboli cristiani presenti nel sito — una statua di Gesù — è stato temporaneamente coperto con un telo, suscitando reazioni nel panorama politico e istituzionale.
Tra le prime a commentare l’accaduto è Anna Cisint, eurodeputata della Lega, ex sindaco di Monfalcone e attuale consigliere comunale con delega al contrasto dell’islamizzazione radicale. “Quattromila musulmani hanno invaso il santuario della Marcellina oltraggiandone i simboli sacri, coprendo con un telo la statua di Gesù”, ha dichiarato, definendo l’episodio come un segnale di arretramento culturale.
“Non si tratta di alimentare uno scontro tra fedi né di negare il diritto alla libertà religiosa, ma di denunciare l’arretramento di una civiltà e del cristianesimo, legittimato anche da settori del clero che sembrano dimenticare il valore simbolico dei luoghi sacri” ha continuato. La consigliera ha annunciato l’intenzione di scrivere una lettera aperta al Papa Leone XIV per chiedere maggiore attenzione verso la tutela dei simboli cristiani.
“Siamo di fronte a uno schema noto, quello della sottomissione – difatti fra i migliaia di musulami non si contava neanche una donna -, dell’imposizione e della prevaricazione. Suscita particolare preoccupazione il fatto che, in assenza di un quadro normativo chiaro, si debba assistere a tali scene e che vi sia un continuo proliferare di luoghi di culto irregolari, privi di trasparenza e controlli, che rischiano di diventare terreno fertile per fenomeni di radicalizzazione” ha aggiunto.
Secondo l’europarlamentare, è urgente affrontare in modo organico la regolamentazione del culto islamico, a partire da un’intesa con lo Stato italiano. “È la Costituzione a comandare in Italia, non il Corano” ha concluso.
La risposta delle opposizioni.
“Quanto avvenuto oggi in occasione della Festa del Sacrificio dimostra che l’amministrazione comunale di Monfalcone non mostra alcuna disponibilità né interesse a collaborare con le comunità musulmane locali”. Così in una nota i consiglieri regionali Enrico Bullian (Patto per l’Autonomia-Civica Fvg) e Diego Moretti (Pd) commentano la situazione. “Il ‘si arrangino’ dell’ex sindaca è emblematico del disinteresse nel trovare soluzioni concrete. È difficile credere che non esista uno spazio pubblico dove celebrare la Festa del Sacrificio”, sottolineano.
Secondo Bullian e Moretti, la Giunta Fasan non può eludere il tema degli spazi per la preghiera collettiva: “Se Monfalcone persiste nell’ostilità, altri dovranno sopperire a questo ostruzionismo. Il caso della Festa del Sacrificio è solo l’ultimo, dopo giornate per documenti con i Consolati e partite di cricket fuori città”. “Ringraziamo le parrocchie di Staranzano e Monfalcone per aver offerto spazi e dimostrato apertura al dialogo interreligioso“, aggiungono.
I due consiglieri criticano poi la linea comunale che scarica sul circondario i problemi legati alla comunità bengalese: “Ci sono troppi scolari? Riempiamo le scuole del Mandamento con il supporto dell’Amministrazione regionale; vogliono giocare a cricket? Vadano nei Comuni limitrofi; vogliono pregare in gruppo? Non abbiamo nemmeno un parcheggio disponibile per una giornata; utilizzano il welfare sociale? È colpa loro perché sono pagati troppo poco nel sistema degli appalti del cantiere e così via”.
Infine, evidenziano che la comunità straniera contribuisce al gettito fiscale locale e regionale, mentre “questa linea cristallizza divisioni e alimenta paure“. “Prima di aprire tavoli sull’istruzione – concludono – serve un Piano Monfalcone organico, per affrontare tutte le tematiche legate alla presenza straniera, e un dialogo territoriale con gli altri Comuni, ma solo se Monfalcone abbandonerà l’ostruzionismo verso i vicini”.