L’Amaro Tosolini riparte puntando sul Friuli e apre la sua barrique

La struttura ospita già le botti della distilleria dell’Amaro di Povoletto.

“Un nuovo luogo affascinante per degustare l’amaro Tosolini”. Parola di Lisa Tosolini, export manager dell’azienda di famiglia “Bepi Tosolini”, che opera da oltre 75 anni nel mondo dei distillati di qualità artigianale. Per questo, dopo la messa in standby a causa del Covid, si vuole ripartire con un progetto interessante che riguarda il legame di uno dei prodotti di punta, l’amaro Tosolini, composto da ben 15 erbe del Mediterraneo macerate con acquavite d’uva, con il territorio, il Friuli.

L’Amaro riposa all’aria salsodica di Marano Lagunare.

Da alcuni anni è presente all’interno del complesso della Valle da Pesca Ca’ del Lovo, che si estende per 13 ettari nell’area geografica di Marano Lagunare, la “barrique Tosolini”, un luogo in cui sono “ospitate” 36 botti per stagionare l’Amaro Tosolini e dove si può degustare tutto l’anno il prezioso liquore firmato Bepi Tosolini. “Si tratta di un luogo semplice da raggiungere, ricco di flora e fauna. Questa voleva essere un’iniziativa per permettere alle persone di conoscere il territorio e il prodotto. E’ il posto migliore per far riposare l’amaro, anche grazie all’aria salsoiodica. Noi riteniamo che la natura che ci circonda debba entrare a far parte dei nostri prodotti. Occorre creare un connubio tra il prodotto e l’habitat in cui nascono e crescono le erbe che utilizziamo. La speranza è di far partire la struttura e far visitare il posto da turisti e clienti. Non l’abbiamo ancora inaugurata”.

Certo, il momento non è proprio dei migliori, anche se, come sottolinea Tosolini, “a onor del vero, possiamo dire che, in quanto parte di una nicchia, rispetto ad altri che hanno dei numeri più grossi in quanto hanno a che fare anche con la grande distribuzione, abbiamo tenuto abbastanza. Abbiamo una distribuzione dedicata alla ristorazione, all’enoteca, al negozio di specialità, con questi ultimi due che hanno continuato a lavorare. Certo, il settore più penalizzato è stato quello della ristorazione. Che poi è la parte del nostro fatturato che è mancata in questo anno e mezzo di pandemia. Però ora i segnali di ripresa sono evidenti, siamo positivi e se è vero che finirà tutto dopo l’estate ci auguriamo di fare un bel filotto da settembre a dicembre, soprattutto in vista del Natale”.