I volontari di Greenpeace impegnati a Versa lanciano l’allarme sul conto salato della crisi climatica.
La crisi climatica presenta un conto salato e l’appello a tenerne conto passa anche da Versa, la frazione di Romans d’Isonzo duramente colpita dall’alluvione che tra domenica e lunedì ha mandato sott’acqua parte del Friuli, causando anche due vittime a Brazzano di Cormons.
Nella giornata conclusiva della COP30 a Belém, infatti, Greenpeace Italia ha srotolato nel paesino, dove i volontari dell’associazione sono al lavoro a sostegno della popolazione spalando le case dal fango, un enorme scontrino simbolico con il prezzo dei cambiamenti climatici della crisi climatica.
Lo scontrino elenca gli eventi climatici estremi registratisi negli ultimi dieci anni, dall’Accordo di Parigi fino agli episodi recenti, stimando i costi che la collettività sta già pagando e pagherà a causa delle emissioni incontrollate delle grandi aziende del petrolio e del gas.
L’appello ai governi: far pagare i grandi inquinatori
“Di fronte all’ennesimo evento climatico estremo, non possiamo più tollerare il disinteresse verso la crisi climatica e le persone che ne sono colpite”, dichiara Federico Spadini della campagna clima di Greenpeace Italia. “Mentre alla COP30 si discute di una roadmap per l’abbandono dei combustibili fossili, l’Italia cerca di sabotare l’azione per il clima, continuando a mettere la protezione degli interessi delle aziende del petrolio e del gas davanti alla protezione della vita delle persone. È ora che il governo si schieri dalla parte delle persone e del pianeta e faccia pagare le aziende fossili per i danni che stanno causando”.
Richieste precise alla COP30
Greenpeace chiede ai governi di tutto il mondo un impegno serio per ridurre le emissioni di gas serra, accelerare l’abbandono dei combustibili fossili, contrastare la deforestazione e proteggere i territori più esposti agli eventi estremi. L’associazione sollecita inoltre il governo italiano a introdurre nella legge di bilancio una tassazione straordinaria sugli extra-profitti delle aziende fossili, principali responsabili della crisi climatica.
Il conto economico delle emissioni
Lo scontrino gigante riporta anche la stima dei danni economici attribuibili alle emissioni di anidride carbonica di sei grandi compagnie petrolifere e del gas calcolati negli ultimi dieci anni: un totale di circa 5.070 miliardi di euro. Nelle ultime settimane, lo scontrino simbolico è stato presentato in diverse parti del mondo, dall’Italia agli Stati Uniti, dalle Filippine fino alla COP30 in Brasile, per ricordare che la crisi climatica ha un conto economico preciso, e che le responsabilità devono essere rese note e affrontate.




