I manifestanti hanno tinto di verde l’acqua del Canale di Ponterosso a Trieste.
L’acqua del Canale di Ponterosso a Trieste si è improvvisamente colorata di verde questa mattina, lasciando attoniti passanti e turisti nel cuore di Trieste. Il gesto non è passato inosservato e porta la firma del movimento ambientalista Extinction Rebellion, che ha scelto il centro cittadino come teatro di una delle dieci azioni dimostrative organizzate in tutta Italia per protestare contro le politiche climatiche ,
A tingere il canale è stata la fluoresceina, una sostanza innocua e comunemente utilizzata per tracciare i flussi idrici, scelta proprio per il suo impatto visivo senza conseguenze ambientali. Sui social, il collettivo ha rivendicato l’azione: “Siamo in azione in tutta Italia per fermare l’ecocidio”, affermano gli attivisti, che chiedono con forza un cambio radicale nella gestione dell’emergenza climatica.
L’azione triestina si inserisce in una più ampia mobilitazione nazionale: le acque di dieci città italiane, tra cui Venezia, Milano, Bologna, Torino, Palermo, Padova, Parma, Genova e Taranto, sono state simbolicamente colorate di verde. A Venezia, dove la protesta ha coinvolto anche il Canal Grande, sono intervenute le forze dell’ordine, che hanno identificato alcuni manifestanti e sequestrato striscioni e strumenti musicali. In alcune città, la protesta ha visto la presenza di figuranti vestiti di rosso, evocativi dell’urgenza della crisi climatica in corso.
Il video.
Le parole di Extinction Rebellion
Il blitz si è svolto in coincidenza con la conclusione della COP30 di Belém, in Brasile, dove, secondo Extinction Rebellion, l’Italia avrebbe avuto un ruolo attivo nel frenare le misure più ambiziose per l’uscita dai combustibili fossili. La prima bozza di accordo, sostenuta da 82 delegazioni, è stata ridimensionata proprio a causa dell’opposizione di Paesi come l’Italia e la Polonia. Il risultato? Un compromesso giudicato debole da molti osservatori internazionali.
“È il momento di dire basta alle politiche di distruzione ambientale” afferma Selene, attivista presente alla manifestazione sul fiume Tara, a Taranto, una delle zone simbolo dell’inquinamento industriale italiano. “Tingiamo di verde le acque per rendere visibile ciò che già è invisibilmente contaminato ogni giorno”.
“L’Italia sesto paese al mondo per investimenti in fossili”
Secondo gli attivisti, l’Italia è oggi il sesto paese al mondo per investimenti nei combustibili fossili, con una strategia energetica che guarda al gas africano (il cosiddetto Piano Mattei) e che ha recentemente autorizzato 34 nuove licenze per trivellazioni. Una direzione giudicata in netto contrasto con gli allarmi della comunità scientifica e con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
“Un mondo a +2,6°C non è un’opzione: è un disastro annunciato”, sottolinea Extinction Rebellion, citando le parole del segretario generale dell’ONU António Guterres. Gli scenari previsti parlano di desertificazione, inondazioni, collasso agricolo e migrazioni di massa: “Una crisi umanitaria globale che non possiamo più permetterci di ignorare”.





