Gli alpini della Julia tornano dall’Afghanistan con la loro bandiera di guerra

Cerimonia a Venzone per il rientro della Julia.

“Gli Alpini, orgoglio della gente friulana, non costituiscono solo una forza di pace capace di garantire la sicurezza all’interno di scenari internazionali ma anche un presidio che interviene a favore della popolazione con innumerevoli iniziative a carattere comunitario”.

Lo ha affermato l’assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli a margine della cerimonia svoltasi alla caserma Feruglio di Venzone in occasione del rientro della bandiera di guerra dell’Ottavo Reggimento dall’Afghanistan. Nella base di Camp Arena, a Herat, la Brigata “Folgore”, al comando del generale Beniamino Vergori è subentrata alla “Julia”, comandata dal generale Alberto Vezzoli, nell’ambito del Train Advice Assist Command West (TAAC-W), Comando Nato a guida italiana della missione in Afghanistan “Resolute Support”.

“È per me un onore poter essere qui oggi – ha detto Zilli – a salutare il rientro in Friuli Venezia Giulia della bandiera di guerra dell’Ottavo Reggimento Alpini, che torna a casa a Venzone. In questi mesi di impegni in Afghanistan, avete operato per il bene della popolazione locale, portando non solo i necessari aiuti materiali ma anche insegnamenti e indicazioni per permettere a chi vive in quei territori di crescere e prendere per mano le proprie vite. Avete portato con voi – ha aggiunto ancora l’assessore regionale – lo spirito della gente friulana che tanto vi ama e vi stima e che, orgogliosamente, vi è sempre accanto. Siete un esempio di fedeltà alla bandiera, di attaccamento ai valori, di grande operosità ma anche di coraggio, elemento che non può mancare per difendere la pace”.

L’Ottavo Reggimento era partito per Afghanistan a metà luglio. Oltre all’attività di peace keeping, da allora ad oggi gli uomini e le donne della Julia hanno realizzato 12 progetti per migliorare le condizioni di vita della popolazione locale. Non va dimenticato poi che la scorsa estate, grazie all’impegno della Regione, dalla sede della Protezione civile di Palmanova partirono alla volta di Herat materiali per un valore complessivo pari a circa 150 mila euro.

A bordo del container erano stati caricate 40 tonnellate di generi alimentari, distribuiti poi tra le città di Herat, Ghor, Badghis, e Farah. A ciò si aggiunsero per gli ospedali della zona, a supporto del contrasto alla pandemia, 8 ventilatori polmonari, 770 tute monouso ospedaliero, 1600 guanti monouso, 700 occhiali protettivi, 900 flaconi con gel igienizzante per le mani, 13500 mascherine chirurgiche, 500 flaconi con liquido antisettico, 1350 copriscarpe monouso, 700 visiere protettive e 125 saturimetri.