Paga il camper 50mila euro, ma non glielo consegnano: denunciati i truffatori

Denunciata la coppia di truffatori a Udine.

Era una truffa ben architettata. La compravendita di un camper usato, su una piattaforma “on line” specializzata, usata come esca. I malviventi che, dopo aver attirato il malcapitato in un’abitazione ed aver ricevuto da quest’ultimo la somma di 50.000 euro in contanti, si dileguano, facendo perdere le proprie tracce e senza consegnare il mezzo. La vittima del raggiro, un sessantenne della provincia di Padova.

Ma i carabinieri della Sezione Operativa di Udine, guidata dal comandante Antonio Tomaiuolo, sono riusciti a scoprire e a denunciare i responsabili, a conclusione di una mirata e complessa attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Udine.

I fatti sono avvenuti nel mese di settembre dello scorso anno in un comune dell’hinterland udinese. I malviventi avevano messo in vendita un camper usato, su una piattaforma “on line” specializzata, trovando l’interessato all’acquisto. Dopo aver attirato il malcapitato in un’abitazione ed aver ricevuto da quest’ultimo la somma di 50.000 euro in contanti, in banconote di vario taglio, si sono dileguati, facendo perdere le proprie tracce, senza adempiere a quanto pattuito relativamente alla consegna del costoso mezzo.

I carabinieri della Sezione Operativa di Udine, dopo un’accurata attività investigativa, effettuata anche con l’ausilio di accertamenti tecnici, che ha consentito in seguito al truffato di riconoscere con certezza i responsabili, attraverso una loro individuazione fotografica, hanno dato esecuzione a due perquisizioni domiciliari delegate dall’autorità giudiziaria, a carico dei responsabili, un venticinquenne ed una ventottenne, coniugi di etnia rom, entrambi pregiudicati. L’attività investigativa posta in essere, ha consentito di identificare con certezza come autori della truffa in “concorso tra loro”, i due giovani rom, permettendo ai militari di rinvenire nel corso delle perquisizioni, il telefono cellulare utilizzato per contattare la vittima, nonché un ingente quantità di banconote recanti la scritta “Fac-simile” del taglio di 500 euro, per una somma complessiva ammontante a circa quattro milioni, sequestrata dai carabinieri, che altrimenti avrebbe potuto essere utilizzata dai malviventi, per la commissione di ulteriori reati della stessa tipologia. La posizione dei soggetti deferiti è ora al vaglio del sostituto Procuratore della Repubblica Elena Torresin.