Compra una Ferrari con assegni falsi, le indagini arrivano anche in Friuli

Due assegni falsi per comprare una Ferrari: in tutto sono 7 gli indagati.

Ci sarebbero anche due pordenonesi tra i sette indagati per una truffa aggravata in concorso che ha avuto come oggetto una Ferrari del valore di 165.000 euro, acquistata con assegni falsi. L’operazione, condotta dalla Polizia di Stato di Perugia al termine di un’articolata indagine, ha permesso di ricostruire ogni passaggio della sofisticata frode.

Secondo quanto accertato dagli investigatori, lo scorso 27 maggio il proprietario dell’auto, dopo una trattativa con una donna di 27 anni, già nota alle forze dell’ordine per precedenti specifici, aveva accettato di vendere il veicolo ricevendo due assegni – da 90.000 e 75.000 euro – apparentemente regolari.
Per convincerlo della genuinità dei titoli, la donna si era avvalsa di un complice che si era finto referente di banca: contattato dal venditore aveva garantendo la copertura finanziaria. Una volta ricevute tali “garanzie”, il venditore aveva consegnato la vettura.

Gli assegni falsi e le indagini.

Solo al momento dell’incasso, pochi giorni dopo, l’uomo ha scoperto che gli assegni erano falsi e che la banca emittente non esisteva. Da qui la denuncia alla Polizia e l’avvio dell’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Perugia. Le verifiche della Squadra Mobile – basate sull’analisi dei tabulati telefonici, la visione delle immagini di videosorveglianza e l’esame della documentazione di vendita – hanno consentito di identificare i presunti responsabili, tutti con precedenti di polizia e ruoli ben definiti all’interno dell’organizzazione.

Su richiesta della Procura, il G.I.P. di Perugia ha disposto il sequestro preventivo dell’auto, segnalata nel sistema informativo Schengen. Grazie a tale cooperazione internazionale, la Ferrari è stata rintracciata e sequestrata in Romania, nella città di Buzias, dove era nella disponibilità di un cittadino romeno del 1981, anch’egli con precedenti per truffa. L’uomo stava tentando di registrare il veicolo a suo nome dopo aver stipulato un contratto con la 27enne italiana.

Le successive perquisizioni simultanee – eseguite con il supporto delle Squadre Mobili di Bergamo, Monza Brianza, Lecco e Pordenone – hanno portato al sequestro di telefoni cellulari e schede SIM utilizzati per orchestrare la truffa. Sono ora in corso le procedure per restituire la Ferrari al legittimo proprietario, mentre i sette indagati – tra cui, appunto, due pordenonesi – dovranno rispondere dell’accusa di truffa aggravata in concorso.