Cosa prevede la zona arancione del Dpcm e come ci si finisce

Fvg in zona gialla, ma l’attenzione rimane alta.

Un mezzo sospiro di sollievo, è innegabile, c’è stato. L’inserimento del Fvg in fascia gialla e non arancione presuppone minori restrizioni rispetto a quest’ultima “zona”. Lo ha sancito l’ultimo Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte, provvedimento valido fino al 3 dicembre.

Va detto, in ogni caso, che per rimanere “giallo” il Fvg non dovrà maturare un trend negativo di più giorni, almeno un paio di settimane. Questo significa contagi che crescono meno velocemente, ma anche pressione sugli ospedali. La task force formata da Ministero della Salute, Istituto superiore di sanità e Comitato tecnico scientifico monitorerà la situazione, di concerto con le Regioni, e deciderà i passi da compiere. Non soltanto l’indice di contagio Rt, insomma, come discrimine, ma anche altri parametri, in totale 21, per decidere le sorti di una regione.

Ma che cosa cambierebbe nel passaggio dalla fascia gialla a quella arancione? Fermo restando le restrizioni comuni a tutta Italia – come il coprifuoco dalle 22 alle 5, chiusura di musei e mostre, riduzione del 50% della capienza sui mezzi pubblici, serrate di piscine e palestre, centri commerciali chiusi nel fine settimana -, le misure si inasprirebbero.

Uno dei provvedimenti sarebbe quello di non potersi spostare fuori dal proprio comune, se non per comprovati motivi di necessità, salute, lavoro o studio. Lo stesso vale anche per gli spostamenti fra regioni. Bar e ristoranti rimarrebbero chiusi 7 giorni su 7: consentito, come ora, l’asporto fino alle 22, così come la consegna a domicilio. Tutte eventualità che il Fvg si augura di scongiurare.