Crollano i furti nell’anno della pandemia, ma crescono le frodi sul web: il bilancio del 2020 in Friuli

Il bilancio dell’attività di Polizia nel 2020 in Friuli.

Altri 12 mesi di impegno al servizio della cittadinanza e della legalità. Oggi, la Polizia di Stato festeggia i 169 anni dalla sua fondazione e traccia un bilancio dell’attività svolta durante il 2020. Non è una data “casuale”, quella odierna, ma coincide con l’emanazione della legge 121 del 1° aprile 1981: uno spartiacque epocale, che ha trasformato il Corpo delle guardie di pubblica sicurezza nella Polizia di Stato, ad ordinamento civile e ha ridisegnato l’intero assetto dell’Amministrazione della pubblica sicurezza.

L’anno dell’esplosione del coronavirus ha visto un generale calo dei reati nella provincia di Udine. La pandemia ha inciso fortemente sulle dinamiche criminali; le misure di contenimento hanno determinato significative modificazioni del tasso di delittuosità, crollata sul territorio provinciale nei periodi di lockdown del 70% ed in alcuni casi, come ad esempio i furti, di oltre l’80%. Il 2020, al netto del quasi totale azzeramento di alcune tipologie nei periodi di lockdown, ha registrato la generale diminuzione dei reati nella percentuale del 30 %, attestandosi su un – 50% quanto ai reati predatori (furti, rapine) e reati sessuali. Le denunce di violenze in ambito familiare hanno registrato una drastica diminuzione il periodo di lockdown ma, superato questo, si sono attestate complessivamente in sensibile aumento rispetto ai dati dell’anno precedente.

La flessione non ha riguardato gli illeciti commessi attraverso le reti telematiche, in progressiva crescita di pari passo allo sviluppo della società interconnessa. La sospensione delle attività scolastiche e produttive e le limitazioni degli spostamenti hanno determinato l’iperconnessione alle reti informatiche, con un significativo aumento degli illeciti commessi via web, che hanno trovato un’ulteriore spunto nella pandemia, con il fiorire di truffe che hanno fatto leva sullo stato d’animo della popolazione, provata dall’emergenza, per proporre l’acquisto di dispositivi di protezione o farmaci a prezzi esorbitanti oppure falsi o che hanno tentato di raccogliere fraudolentemente denaro.

A livello numerico, in provincia di Udine sono maturati 1.766 reati, con 1.230 persone denunciate in stato di libertà e 179 arresti. Nel 2019, i crimini erano stati oltre 500 in più, fermandosi a 2.293. Tornano al 2020, i furti sono stati 531, mentre le rapine 21. In crescita, come detto, le frodi informatiche: nell’anno scorso sono state complessivamente 304. Le violenze sessuali denunciate sono state 12, mentre i reati connessi agli stupefacenti ammontano a 83. Sei i minori scomparsi e rintracciati.

Tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 è stata registrata, a Udine, una recrudescenza di reati predatori commessi da minori. La più significativa operazione riguarda quella denominata “Generazione Z”, che ha permesso di inchiodare alle loro responsabilità alcuni minorenni rei di rapine e violenze ai danni di coetanei.

Sempre di grande rilievo è l’attività messa in campo dalla Squadra Mobile per la ricerca e la cattura di latitanti in Italia e all’estero. Nel 2020 sono stati eseguiti in Italia 61 ordini di carcerazione per esecuzione pena, di cui 34 in carcere e 27 in misura alternativa (detenzione domiciliare o semilibertà). A seguito delle ricerche eseguite dalla Squadra Mobile, sono stati eseguiti all’estero 21 mandati di arresto europeo (Mae) emessi prevalentemente dalla Procura di Udine; 2 Mae sono stati eseguiti, in provincia di Udine, su richiesta di Autorità giudiziarie estere.

Un anno di intenso impegno con la Polizia di Stato in prima fila per tutelare la sicurezza dei cittadini.